Uccide un lupo con una trappola, anziano a processo: grazie a una donazione al Wwf patteggia la pena

Il processo è stato celebrato nel tribunale dorico
Il processo è stato celebrato nel tribunale dorico
di Federica Serfilippi
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Venerdì 13 Maggio 2022, 06:00

ARCEVIA - Sei mesi, pena sospesa, 300 euro di multa e una donazione a favore del Wwf, grazie alla quale ha potuto ottenere le attenuanti. È la senrtenza patteggiata ieri dal gup Alberto Pallucchini per un 79enne di Arcevia, accusato di furto aggravato e uccisione di animali. I fatti sono stati accertati dai carabinieri forestali lo scorso gennaio, dopo il rinvenimento della carcassa di un lupo a margine dell’Arceviese, poco distante dal locale cimitero.


L’animale, stando a quanto accertato nel corso delle indagini, avrebbe trovato la morte dopo essere rimasto intrappolato in un laccio formato da una catena e da un cavo d’acciaio.

La trappola aveva stretto il lupo al collo: il decesso era sopraggiunto tra atroci sofferenze, dopo alcune ore. Dal rinvenimento dell’animale selvatico, dotato di radiocollare per monitorare a livello scientifico gli spostamenti della specie sul territorio e nominato “Drago”, erano partiti gli accertamenti dei forestali.

I carabinieri erano così arrivati a casa del 79enne, trovando altri arnesi che – stando alle accuse – avrebbero potuto creare trappole simili a quelle che avevano causato la morte del lupo, specie protetta. Tutti gli oggetti illeciti erano stati sequestrati dagli investigatori. Inoltre, e qui c’è la contestazione del furto aggravato, nell’abitazione dell’uomo i forestali avevano rinvenuto circa tre chili di carne selvaggina. Dalla ricostruzione dei fatti, era emerso come le trappole fossero servite probabilmente per catturare i cinghiali e altre specie animali. 


Di fatto, per la procura, è come se il 79enne (privo di licenza di caccia) si fosse appropriato indebitamente degli animali in maniera incondizionata e con la predisposizione di trappole artigianali non autorizzate. In udienza, l’uomo è stato difeso dall’avvocato Andrea Boria. Prima di finire a giudizio, ha anche fatto una donazione al Wwf Italia, come fosse un risarcimento per il danno inferto alla natura, fatto emerso nel corso dell’udienza per farne tenere conto al gup.

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