Ancona, streaming illegale diffuso sui social: va a processo il pirata della pay tv

Streaming illegale diffuso sui social: va a processo il pirata della pay tv
Streaming illegale diffuso sui social: va a processo il pirata della pay tv
di Federica Serfilippi
2 Minuti di Lettura
Sabato 27 Gennaio 2024, 05:10 - Ultimo aggiornamento: 29 Gennaio, 07:53

ANCONA Una piattaforma di streaming illecito che, dietro la sottoscrizione di un abbonamento mensile a basso costo, metteva a disposizione i palinsesti delle pay tv, comprese le partite di calcio di Serie A. Era stata una maxi operazione della Polizia Postale contro la pirateria informatica a scovare il portale che, stando all’ipotesi investigativa, aveva attratto centinaia di utenti.

Il costo

Sganciavano mensilmente tra gli 8 e i 12 euro per vedere i loro programmi preferiti sul pc o comunque sui dispositivi portatili.

A distanza di 5 anni dall’operazione, a processo c’è finito un 44enne fermano, portato alla sbarra con una doppia accusa: frode informatica e violazione della legge sul diritto d’autore. Stando alla procura, l’uomo, difeso dall’avvocato Franco Argentati, avrebbe venduto gli abbonamenti che consentivano l’accesso al portale abusivo di streaming attraverso la piattaforma social Telegram.

Se lui ha deciso di procedere con il dibattimento, un presunto acquirente ha optato per richiedere un percorso di messa alla prova per estinguere il reato di cui è accusato: ricettazione. Per il presunto compratore, un 50enne residente in Calabria, il giudice Pietro Renna deciderà nell’udienza fissata il prossimo marzo.

I canali

Crashando il sistema, gli utenti avrebbero avuto accesso a uno streaming quasi infinito, composto dai palinsesti e dai contenuti a pagamento di proprietà della Rai, Mediaset Premium, Tim Vision e Sky. Dallo sport al cinema, dai programmi di approfondimento fino ai reality show. Un pacchetto completo che in media poteva costare 10 euro al mese. Gli utenti pagavano l’abbonamento ricaricando le Postepay di chi, in qualche modo, gravitava attorno al sistema illecito. Tim Vision si è costituita parte civile con l’avvocato Riccardo Leonardi. Prossima udienza il 26 aprile.

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