A teatro il dramma del virus: sospesi duecento spettacoli

A teatro il dramma del virus: sospesi duecento spettacoli
A teatro il dramma del virus: sospesi duecento spettacoli
3 Minuti di Lettura
Giovedì 2 Aprile 2020, 07:50

ANCONA  - «Anche se ora non ci dà da mangiare, l’arte ci aiuta a resistere, in tutte le sue forme». E’ alla bellezza dell’espressione creativa che si aggrappa chi vive di teatro. Il Coronavirus ha spento le luci della ribalta, ma non il fuoco della passione che alimenta il palco virtuale del web. Su Facebook ci si mette alla prova con contest a tema, come la luce o il tappeto, che ispirano esercizi di danza e stimolano la fantasia. 

LEGGI ANCHE:

Carlo Conti, emergenza coronavirus: è in quarantena, spesa con la mascherina

 


«Ci si può fermare anche senza rimanere fermi», sostiene Simona Lisi, direttrice artistica di Cinematica, il festival che ha subito il rinvio forzato dell’edizione 2020. «Noi artisti siamo abituati all’incertezza, siamo più preparati di altri, ma la situazione è drammatica - spiega -. Siamo preoccupati, ma questa pausa obbligata è un’occasione per riflettere sulle leggi che riguardano i lavoratori dello spettacolo che rispetto ad altre nazioni, sono poco efficaci. Non si tratta di chiedere soldi, ma tutele. Quanto al Festival, speriamo di recuperarlo, magari in autunno, anche se ci sarà un ingolfamento con altre iniziative slittate». 

Per definizione, l’artista comunica, socializza, condivide: l’antitesi delle misure per contenere il virus. «C’è incertezza anche sui tempi di recupero, continuiamo a rinviare impegni che speriamo di non perdere definitivamente - spiega Simona -. A maggio ho le prove per uno spettacolo di teatro-danza su Maria Montessori, che debutterà a ottobre per le celebrazioni per i 150 anni dalla nascita, ma è tutto in forse. Navighiamo a vista. Molti artisti come me ne approfittano per studiare e prepararsi. Non restiamo mai fermi. Sulla pagina Facebook di Cinematica abbiamo lanciato contest per piccoli progetti di videodanza a domicilio: ogni settimana proponiamo un tema e chiediamo a danzatori e coreografi di inviarci riprese da casa. È un modo per far circolare energie creative e contrastare il panico». Ma non è solo il vuoto delle giornate a preoccupare gli artisti: l’impatto economico del lockdown sul mondo della cultura è devastante.

«I danni sono incalcolabili - conferma Gilberto Santini, direttore di Amat, l’Associazione marchigiana attività teatrali -. Abbiamo sospeso 200 spettacoli fino al 3 aprile, a cui se ne aggiungeranno almeno una cinquantina. Fare stime e previsioni è impossibile: ora l’aspetto che più ci preme è aiutare i colleghi ad accedere a bonus e ammortizzatori sociali: ci sono padri e madri di famiglia che non prendono lo stipendio da due mesi. Spaventa la ripresa che sarà molto lenta. Cinema e teatri saranno gli ultimi a riaprire, sarà complicato comunicare alle persone un messaggio contrario a quello imposto dal Coronavirus, cioè che la vicinanza sociale esalta la bellezza e l’emozione, anche se ha diffuso i contagi. Il tema della distanza sarà sempre presente: ci prepariamo a ordinare decine di migliaia di mascherine perché, almeno per un po’, a teatro si andrà con quelle, anche per un fattore psicologico». 
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA