Il sindaco Silvetti: «Fatta pulizia di una città indecente. Niente park San Martino, decido io»

Il primo cittadino di Ancona: «Ereditato un comune sporco. Gli assessori si occupino solo delle loro deleghe»

Il sindaco Silvetti: «Fatta pulizia di una città indecente. Niente park San Martino, decido io»
Il sindaco Silvetti: «Fatta pulizia di una città indecente. Niente park San Martino, decido io»
di Maria Cristina Benedetti
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Sabato 3 Febbraio 2024, 05:10 - Ultimo aggiornamento: 4 Febbraio, 08:24

Dialettica pura. Daniele Silvetti sfodera l’arte dell’argomentare per azzerare le insinuazioni su una Giunta di poca armonia e molte fratture. Da fascia tricolore qual è taglia corto: «La mia squadra è espressione di diverse forze politiche, quindi è naturale che si generi un dibattito, che sottende sempre a una soluzione comune». 

 
Santa formula della sintesi. Il suo vice Giovanni Zinni pare voglia decidere cosa fare e cosa vietare. C’è un problema di ruoli?
«Nessuno. Io amministro, lui deve rispondere sulle tre deleghe che gli ho affidato: Bilancio, Sicurezza urbana, Polizia Locale». 
Nessuna fuga in avanti?
«Piuttosto vale il contrario».
Ovvero? 
«Molte delle mie intenzioni le faccio filtrare attraverso le dichiarazioni degli assessori». 
Fratture e vecchie debolezze. Convertiamo in pratica la percezione di divergenza. Il parcheggio San Martino ne è l'esempio più eclatante: Zinni parla di struttura irrealizzabile per i costi troppo elevati; lei spariglia con “un dobbiamo valutare”. 
«Guardi che siamo tutti d’accordo, e ribadisco tutti: la creazione di quel multipiano, all’uscita della galleria, così com’è, è un progetto farraginoso e dispendioso. È insostenibile».
Quindi? 
«Studiamo le alternative. La doppia ipotesi su piazza Pertini resta quella più percorribile». 
Altro giro, altra discrepanza: la ridefinizione delle tariffe dei parcheggi. L’assessore ai Lavori Pubblici Tombolini le vorrebbe rimodulare con il bilancino, giù in periferia, su in centro; Zinni si mette di traverso. Morale?
 «Anche qui è sbagliata l’impostazione. La premessa: abbiamo necessità di approvvigionamento economico e finanziario. Il punto è: da dove possono arrivare le risorse? Una delle supposizioni è la variazione dei prezzi delle aree-sosta, seguendo il criterio di non gravare sulle fasce deboli, aumentando i prezzi degli stalli del nucleo urbano». 
I fatti stanno a zero.
«No, non è una mossa secca: deve rientrare nel piano della mobilità e dei parcheggi». 
Andiamo oltre. Il presunto strappo si consuma anche attorno alla suggestione della Mole. La titolare della Cultura, Anna Maria Bertini, annuncia che sarà un’estate senza Lazzabaretto e cinema nel canalone. L’ostacolo? La ristrutturazione del ponticello d’accesso. Lei la contraddice e studia un varco di rimpiazzo.
«Nulla di tutto questo. I due appuntamenti non sono in discussione. Stiamo valutando la tenuta della passerella di collegamento, con la prova di carico statico, poi decideremo se rimandare il consolidamento a settembre. In caso contrario, individueremo un percorso diverso». 
Sconfessione due, sempre all’ex Lazzaretto. Lei vorrebbe il palco per i concerti, l’assessora no e srotola il suo manifesto: silenzio, parlano le mostre.
«La preclusione è sui grandi eventi, quelli da mille e più spettatori. Nessuno è stato mai contrario a uno spettacolo di musica jazz che richiama 300, 400 appassionati. Anche questa è cultura». 
Passiamo alle “vecchie debolezze”. La mente corre alla proroga, cronica, dei lavori: il traguardo spostato in avanti per il parcheggio scambiatore del Verrocchio, così come quello di via XXIX Settembre. Per i mercati delle Erbe e del Piano si passa di inizio in inizio, in cantieri che sembrano inchiodati.
«Dobbiamo fare i conti con una eredità pesante, un insieme di problemi di programmazione e con le ditte incaricate che non fanno partire le opere , una volta consegnati gli incarichi. La prossima settimana ho convocato gli assessori competenti, per una verifica». 
Inevitabile è il tormentone degli ornamenti in centro. Smontati alberelli e villaggi natalizi, spente le luminarie, resta il vuoto. Oltre le feste, è il trionfo degli annunci?
«Noi abbiamo fatto pulizia. Ci è stata consegnata una città sporca e degradata. Abbiamo eliminato gli arredi indecorosi e inquinanti. Con la Commissione cultura stiamo studiandone di nuovi, per le arcate e le facciate su piazza Cavour c’è un accordo con i privati per restituirle al vecchio splendore». 
Siamo sempre sul terreno dei buoni propositi. 
«Saremo pronti per il G7 Salute di ottobre, già questa estate avremo un primo segnale forte sulla nuova immagine del capoluogo». 
Che fa, rimanda? 
«Si tratta di pochi mesi. Avete aspettato trent’anni. Tra marzo e aprile inizierà il rifacimento degli asfalti: oltre ai due milioni trasferiti dalla Regione, sono a disposizione 900mila euro che abbiamo messo a bilancio». 
In piazza della Repubblica è il tripudio delle belle intenzioni: via la pensilina dei taxi, Ztl, un foyer a cielo aperto per il Teatro delle Muse. Che fine ha fatto il concorso di idee?
«Distinguiamo: noi fissiamo le linee guida - il verso della circolazione, la zona a traffico limitato - l’offerta al pubblico per l’idea progettuale riguarderà gli arredi urbani. Gli uffici tecnici stanno raccordando i pareri raccolti». 
Telecamere di videosorveglianza on/off. Le racconta come fossero una manna per il quieto vivere in città, ma solo la metà sono attive. Come giustifica la contraddizione?
«Vorrei ribaltare il quesito: perché non erano state attivate? Ora stiamo compiendo una ricognizione. Quando da fine mese saranno di competenza della Polizia Locale funzioneranno, tutte». 
Fronte del porto. Il terminal delle crociere al Molo Clementino: molti lo vogliono, lei attende l’ok del dicastero dell’Ambiente, ma sarebbe per un no su tutta la linea?
«Non ho alcun preconcetto e sono favorevole al turismo delle grandi navi. Detto questo: voglio la garanzia del ministero». 
Lei aveva detto che entro Natale avrebbe portato in giunta lo spostamento della statua di Cavour. Un altro nulla di fatto?
«Allora parlai di una proposta, peraltro reiterata, che mi arrivò sul tavolo. Non è tra le intenzioni di questa amministrazione: troppo dispendiosa e la sovrintendenza non sarebbe d’accordo. Mi concede uno sfogo?». 
Certo.
«Vorrei avvertire l’opposizione, che mi ha indirizzato una letterina-contro: non è più tempo delle missive di Babbo Natale. Non sono in grado di produrre proposte e quando votano, in Consiglio, lo fanno in ordine sparso. Con tre indicazioni diverse».
 

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