ANCONA Un vuoto ampio 180mila metri quadrati, quanto 25 campi da calcio o, se rende meglio l’idea, 2.300 appartamenti di medie dimensioni. Una ghost town infinita, fatta di vecchie scuole, chiese, palazzi, ospedali, cinema, stabilimenti industriali, ville, beni culturali. Una città (disabitata) nella città. Un mondo nascosto - eppure visibilissimo - che si dipana dal centro alla periferia, inghiottito dal grigiore, dall’abbandono e dall’oblio. Perché solo una piccola parte di questi luoghi spettrali ha un futuro, almeno sulla carta. Per gli altri, è tutto da scrivere.
La cicatrice
Li abbiamo contati: sono 36.
Le destinazioni
La Regione ci ha messo del suo, dimenticandosi per troppo tempo, ad esempio, di un palazzo storico come quello dell’ex Mutilato in corso Stamira: pochi giorni fa sono stati annunciati i lavori per il recupero, con la progettazione per il primo lotto da un milione. Per il secondo (miglioramento sismico ed efficientamento energetico) occorre trovare 3,2 milioni. Non è chiara la destinazione: sarà un polo della cultura? Ancor più nebulosa la situazione dell’ex Assam a Posatora, covo di sbandati e discarica a cielo aperto: è in vendita, nessuno la vuole, il minimo dell’offerta privata è di 900.830 euro. E intanto la Regione dovrà sborsare 1,6 milioni per liberarla dall’amianto. Un capitolo a parte meritano le strutture sanitarie fantasma. Tipo l’ex cardiologico Lancisi: 7mila mq di vuoto che l’Azienda ospedaliero-universitaria di Torrette non è riuscita a scrollarsi di dosso nemmeno dopo 3 aste andate deserte. E ora si aspetta la quarta, con il prezzo sceso a 2,4 milioni. Il Tambroni, invece, ha segnato una delle pagine più vergognose della Sanità: inaugurato nel 2005, il pensionato da 5.700 mq a Posatora non è mai entrato un funzione per problemi di costruzione. Dopo 18 anni di abbandono, non solo non c’è un colpevole (tutti assolti nel processo) ma nemmeno uno straccio di progetto di recupero.
I privati
Tutta colpa del pubblico? Certo che no. I privati contribuiscono ad allargare il buco nero del degrado. Pensiamo ai due vecchi stabili della Telecom (a Brecce Bianche e in via Torresi) meta di vandali, ladri e senzatetto, o all’ex Fermi istituto Fermi, il cui recupero - una maxi costruzione da 100 appartamenti - è stato bloccato dalla crisi dell’edilizia. Vede la fine del tunnel l’ex Pie Venerini in via Scrima, che verrà trasformato in un condominio da 54 appartamenti, mentre non c’è luce per i 50mila mq di degrado lasciati nell’area ex Umberto I dal crac della Santarelli, che avrebbe dovuto realizzare 300 case luxury: l’asta da 50 milioni è ancora congelata. E se l’ex Ipsia è stato venduto all’Inail (diventerà la sede regionale: ma quando?) il nulla si sta divorando i vecchi cinema: il capoluogo ne vanta 5, forse è un record. Per 3 volte si è tentato di vendere l’ex Coppi, mentre per l’ex cinema Enel di via San Martino la prossima asta (la settima) è fissata per settembre. Auguri.