ANCONA «Cosa vorrei da questi mondiali? Non posso nascondermi dietro ad un dito e dire che vorrei entrare in finale: voglio vincere. Sarà una gara molto difficile ma sono in una condizione fisica, tecnica e mentale ottima e non vedo l’ora di gareggiare». Gianmarco Tamberi è pronto per l’ennesima sfida di una carriera costellata di successi. Nel fine settimana a Budapest andrà alla caccia dell’unico trofeo che ancora manca nella sua fornitissima bacheca: il mondiale all’aperto. Scenderà in pedana, carico e motivato, domenica alle 10,35 nelle qualificazioni mentre la finale è in programma due giorni dopo, alle 19.
La preparazione
Dopo gli ultimi giorni di preparazione a Formia il campione olimpico nutre tanta fiducia per questo che sarà l’appuntamento clou di una stagione che l’ha visto saltare solo 3 volte (tutte all’aperto). «Ho fatto veramente tutto quello che era nelle mie possibilità per arrivare il più preparato possibile all’evento più importante dell’anno e adesso, vi giuro, non vedo l’ora di scendere in pedana e far venir fuori il frutto di ogni singola goccia di sudore versata negli ultimi 365 giorni - racconta Tamberi -. È una sfida enorme ma la voglia di provarci lo è ancora di più.
Il capitano
Gianmarco, da capitano della Nazionale, allarga anche il discorso sull’atletica italiana. «Tokyo ha rappresentato – afferma - la svolta per il nostro movimento dopo anni difficili. Adesso siamo protagonisti a livello internazionale. A Budapest ci saranno tanti atleti che crescono come Larissa Iapichino e Mattia Furlani, soprattutto per il futuro, e poi tanti altri che stanno prendendo fiducia. Ora questi ragazzi credono di poter raggiungere i propri sogni. Lo sport è stato un punto di riferimento per tanti, una scuola di vita che insegna il sacrificio, il rispetto delle regole e che nei momenti più duri, come nella vita, non bisogna mai mollare, che ci sono discese e salite da affrontare sempre con coraggio». Ma Gimbo sente la responsabilità di essere un leader? «Ho 31 anni, sono giovane o vecchio? A parte la battuta è bello essere di ispirazione e dare la forza ad altri di andare avanti e crederci. Sono orgoglioso di vedere tanti ragazzini che ci prendono come esempio».
Gli avversari
A Budapest ci saranno tutti i più forti. Da Mutaz Barshim, il qatarino che con Gianmarco Tamberi ha condiviso l’oro olimpico a Tokyo, che a Chorzow ha saltato 2,26 precedendo proprio l’azzurro a 2,34. Poi il regolarissimo coreano Woo Sang-hyeok, l’ucraino Protsenko ed i saltatori dell’Oceania (Kerr, Baden e Starc), sempre in grado di dare il meglio nei grandi eventi, proprio come Gianmarco Tamberi, oro olimpico, europeo, europeo indoor, mondiale indoor, due volte vincitore della Diamond League e capitano vincente del Team Italia nell’Europeo a squadre, quarto con 2,33 l’anno scorso ai mondiali in Oregon.
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