Cornacchini, la sfida con il Gubbio e il doppio ex: «Faccio il tifo per i canarini, ho la Fermana nel cuore»

Cornacchini, la sfida con il Gubbio e il doppio ex: «Faccio il tifo per i canarini, ho la Fermana nel cuore»
Cornacchini, la sfida con il Gubbio e il doppio ex: «Faccio il tifo per i canarini, ho la Fermana nel cuore»
di Lorenzo Attorresi
3 Minuti di Lettura
Giovedì 14 Settembre 2023, 06:10 - Ultimo aggiornamento: 15 Settembre, 07:32

Al Barbetti chiuse nel 2001 la carriera d’attaccante professionista, per poi allenarci nella Lega Pro 2017-’18 – solo cinque partite -. A Fermo, invece, è stato uno dei tecnici più amati e rispettati della storia recente, grazie all’entusiasmante cavalcata in Eccellenza 2010-11 – nonostante il magone dell’8 maggio e il gol di Adami – e alla straordinaria salvezza in C 2020-’21, quando subentrò ad Antonioli cambiando il volto della stagione. Gubbio-Fermana, dunque, è la gara del doppio ex Giovanni Cornacchini, fanese classe ’65. 


Mister, ha seguito le vicende della Fermana negli ultimi mesi?
«L’estate sembra ogni volta problematica, ma poi la squadra reagisce. Son contento per la vittoria sul Pontedera. Ho visto qualche immagine. In realtà avevo intravisto qualcosa anche all’esordio di Carrara (sconfitta per 3-0, ndr) e la Fermana non aveva fatto così male. Spero che anche stavolta raggiunga la salvezza, faccio il tifo per voi». 

 
Tre stagioni fa Bruniera è stato il suo vice sulla panchina dei canarini. 
«Andrea è una persona serissima che sa di calcio. Gli auguro veramente il meglio, è un uomo vero ed io amo le persone come lui che non vendono fumo. Lo stimo, di lui avevo massima fiducia. Può far bene anche il primo allenatore, magari ci sarà da soffrire ma il dna della Fermana è tosto. Gli esoneri di Protti e Andreatini? Non so, dopo un buon campionato fatto non conosco i motivi». 
Della sua Fermana è rimasto solo De Pascalis, la prima volta si infortunò proprio con lei dopo un Gubbio-Fermana del febbraio 2021.
«Non è stato fortunato. Mi ricordo quando si fece male al Pelloni, era ed è un buon giocatore, sono contento che stia per rientrare». 
Ad Ancona invece allenò Tulli e Paponi, entrambi aggregati ai canarini: salutato il primo, solo il secondo può ambire al contratto.
«Peccato per Tulli, Jack è un calciatore forte, gli anni passano per tutti ma è del posto e poteva essere utile con la sua esperienza. Paponi? Se Daniele sta bene fisicamente e mentalmente è un giocatore vero, ha grandi qualità. Lì ebbi nell’Ancona 2014-15, in attacco c’era pure Luca Cognigni». 
Mister, pure a Gubbio lei è di casa. 
«Sì, anche se non c’è mai stato totale feeling. Era una piazza vicina alla mia Fano, da calciatore mi permetteva di fare avanti e indietro – inizi del Duemila, ndr – ma incontrai un allenatore che mi stava facendo passar la voglia di giocare (Paolo Dal Fiume?, ndr). Lasciai e per quello non arrivai a 500 presenze nei professionisti. Sono tornato lì da allenatore ed è stata un’esperienza che non rifarei. Ma la colpa è mia».
A proposito, quante volte si è pentito di aver salutato la Fermana nell’estate 2021? Lei era un idolo. 
«Non volli rimanere perché pensavo ci fossero dei problemi e infatti qualcosa non funzionò (l’anno seguente arrivò la retrocessione, ndr).

Sbagliai ad accettare subito Forlì in Serie D, dovevo aspettare ma siccome mi piace lavorare dissi sì ad Andreatini che fu convincente. Le cose non sono andate bene e mi è costato caro. E dopo i mesi dell’anno scorso alla Vastese adesso devo valutare bene». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA