Melchiorri lancia l'Ancona: «Questa squadra mi piace»

Da sinistra Melchiorri nelle giovanili, poi la rinascita con la Maceratese, in gol con il Cagliari in Serie A e ora con l'Ancona
Da sinistra Melchiorri nelle giovanili, poi la rinascita con la Maceratese, in gol con il Cagliari in Serie A e ora con l'Ancona
di Ferdinando Vicini
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Venerdì 10 Febbraio 2023, 01:15
E’ arrivato, si è preso la maglia da titolare e l’Ancona sulle spalle e l’ha lanciata oltre i limiti. Forse più mentali che tecnici. Quattro gol in tre partite, ormai lo sanno anche le pietre ad Ancona e dintorni ma anche oltre i confini territoriali. La sua prodezza che è valsa i tre punti a Montevarchi ha fatto il giro del web e riportato il brand Ancona alla ribalta del panorama calcistico nazionale. Poi è arrivata la doppietta che ha piegato la capolista Reggiana, ribaltando il risultato inizialmente sfavorevole. Insomma, meglio di così l’avventura anconetana di Federico Melchiorri non poteva iniziare.
Melchiorri, si aspettava un impatto così eclatante al suo arrivo ad Ancona?
«Sinceramente no. Siamo oltre le più rosee aspettative. Però ne sono felice, lo considero un ulteriore stimolo per migliorare ancora». 
Ha trovato una squadra più o meno forte di quanto pensasse guardandola da fuori?
«Prima di venire qui ero convinto che l’Ancona stesse disputando un campionato al di sopra delle proprie potenzialità. Invece allenandomi e giocando con i miei nuovi compagni mi sono convinto che questa squadra può addirittura guardare più in alto».
C’è qualcosa in particolare che l’ha sorpresa della sua nuova squadra?
«Si, sono rimasto molto colpito dalla tranquillità con cui tutti i miei compagni scendono in campo. Un aspetto particolare che in carriera raramente avevo vissuto. Merito del nostro allenatore, dello staff, ma anche della società. E’ bello giocare qui».
C’è qualcuno dei suoi nuovi compagni che l’ha sorpresa in positivo?
«Direi Simonetti. Ha corsa, determinazione, forza ma anche qualità. Basta guardare l’assist che mi ha servito con la Reggiana. Ma non diteglielo altrimenti si monta la testa…». 
Nella sua lunga carriera ha girato tante società, cambiato molti allenatori. Quali sono stati quelli che hanno inciso maggiormente sulla sua formazione calcistica?
«Da ognuno ho ricevuto qualcosa di utile. Però direi che Rastelli a Cagliari e Baroni a Pescara sono stati importanti per me».
In passato era già stato ad un passo dall’Ancona, l’allora diesse Sandro Marcaccio voleva portarla in biancorosso.
«E’ vero. Venni ad Ancona con il mio procuratore. Incontrai il presidente Andrea Marinelli, mi fece visitare il suo centro sportivo. Sembrava una trattativa ben avviata ma poi non se ne fece nulla».
Come è stato il primo impatto con Colavitto?
«Quando ci siamo parlati mi ha chiesto se ero in condizione di giocare. Gli ho confermato che ero pronto e che poteva decidere liberamente».
L’incontro con il presidente Tony Tiong?
«Ci siamo incontrati prima della partita con la Reggiana. Mi ha fatto i complimenti per il gol realizzato a Montevarchi e mi ha chiesto di segnarne uno anche alla Reggiana».
E lei ha raddoppiato segnandone due.
«Già. E lui si è portato via la mia maglia. E’ stato molto bello aver regalato questa soddisfazione al nostro presidente».
A proposito del gol al Montevarchi, istinto o ragionamento?
«Veramente ci ho pensato. Cerco sempre di controllare il pallone cercando di crearmi la condizione per battere a rete. Ho stoppato di petto, c’era lo spazio per calciare, ho tirato ed è andata bene. E’ stata una liberazione perché mi avrebbe seccato farci riprendere ancora una volta».
Il suo gol più importante in carriera?
«Il primo in Serie A contro la Samp insieme al primo realizzato all’Inter».
Il più bello?
«Direi proprio quello al Montevarchi. Per la realizzazione e il contesto».
Perché quando segna quasi non esulta?
«I miei amici me lo rimproverano sempre. Vi assicuro che la gioia è grande soprattutto se il gol è utile alla mia squadra, ma non sono il tipo da esultanze esagerate».
Domenica c’è il match con la Fermana, come la vede?
«Ho giocato diverse volte al “Recchioni”. Il fattore campo si sente parecchio sia per la vicinanza del pubblico che per il terreno di gioco che ha dimensioni un po’ ridotte. La Fermana è un avversario ostico».

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