Senza ds e mister
Chissà che fine ha fatto mister Stefano Protti? Distrutto nella sua Romagna, dove da maggio in poi ha iniziato a sentire puzza di bruciato proveniente dal camino del Recchioni, Protti ha visto accantonare il suo già intricato fascicolo. Due settimane fa, il dg Andrea Tubaldi con un colpo da maestro aveva messo il tecnico spalle al muro. No al vitto, no all’alloggio, no ai collaboratori tecnici, ridimensionamento corposo del progetto. «Se vuoi, è così. Dicci sì o no». Condizioni difficilmente accettabili che hanno tormentato Protti. Dire di sì rischiando di distruggere tutto quel che di buono si era costruito in anni di carriera o dire di no lasciando sul piatto l’anno di contratto ancora in essere? A metà mese eravamo fermi qui. Poi la deadline delle iscrizioni – martedì 20 giugno - e l’indiscrezione del dialogo intavolato con l’avvocato romano Andrea Gianni per una svolta societaria – deflagrata mercoledì 21 giugno – hanno distolto l’attenzione dal caso Protti.
Max al minimo
Con il tentativo di colpo di stato, Max Andreatini ha provato a dar gas alla Fermana, probabilmente giocandosi la fiducia di questa società e del dg Tubaldi, con cui i rapporti erano buoni fino a poco prima, tanto che lo stesso assicuratore, nell’ultima sua intervista comparsa su queste colonne il 17 giugno, si era così pronunciato. «Il futuro? Ho parlato con Andreatini, rispetto a Protti lui mi è sembrato più possibilista». Insomma, Tubaldi e Andreatini sembravano pronti a ripartire insieme ma senza il vecchio allenatore. Poi è successo quel che è successo, complicando di brutto i piani. E se è vero che tra poco dovrebbe essere organizzato il raduno – fissato solitamente attorno al 20 luglio -, ora il dg Tubaldi dovrà accelerare, circondandosi dei professionisti giusti per iniziare a occupare ogni casella, quella del ds, quella del mister, poi via via quelle della rosa. Con pochi soldi e tanti dubbi.