Riccardo Muti giovedì in piazza a Loreto dirige l'Orchestra Giovanile Luigi Cherubini

Riccardo Muti giovedì in piazza a Loreto dirige l'Orchestra Giovanile Luigi Cherubini
Riccardo Muti giovedì in piazza a Loreto dirige l'Orchestra Giovanile Luigi Cherubini
di Fabio Brisighelli
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Martedì 12 Luglio 2022, 02:10 - Ultimo aggiornamento: 10 Marzo, 05:17

LORETO - Di ponti protesi verso l’unione e la fratellanza tra i popoli Riccardo Muti, ineguagliabile direttore d’orchestra e persona di spiccata sensibilità verso i problemi degli “altri”, ne ha idealmente tracciati tanti negli anni con la sua musica, come un architetto spirituale di tutto ciò che può unire, anziché dividere.  

Lo ha fatto attraverso “le vie dell’amicizia”, nell’ambito del suo peculiare e originale percorso artistico all’interno del tradizionale Festival estivo di Ravenna, che ha un rilievo internazionale. Vie o percorsi, riproposti in un quarto di secolo, “tracciati a raggiungere popoli colpiti dall’odio, dal terrore, dalla furia degli elementi”; per abbracciare “nel segno pacificatore della musica genti ferite da guerre e secolari incomprensioni”.

Il difficile clima odierno


Oggi, nel clima sconcertante di una guerra in corso che lambisce l’Europa, la destinazione della speranza di questa mirata sezione del festival ravennate si è rivolta ai due santuari mariani simbolo della cristianità, Lourdes e Loreto, con un identico programma in musica di forte impatto emozionale. Muti lo ha svolto ieri nella località sacra in terra di Francia, e ora lo ripropone nel Santuario Pontificio della Santa Casa lauretana giovedì 14, alle 21.30), con la stessa invocazione alla Vergine a intercedere per il cessate il fuoco non solo in Ucraina, ma dovunque esistano situazioni di conflitto sul campo.

Il programma


Il programma in musica della serata, ricco di suggestioni intense d’ascolto, contempla alcune celebri composizioni all’insegna del sacro che hanno ispirato compositori del calibro di Antonio Vivaldi, Wolfgang Amadeus Mozart e Giuseppe Verdi.

In questo saliente contesto esecutivo si inseriscono alcune particolari espressioni liturgiche attinenti alla tradizione ucraina (e anche basca), quale necessario corollario al particolare significato del concerto. Alla guida del quale c’è il direttore Muti con la sua Orchestra Giovanile Luigi Cherubini, con il Coro Luigi Cherubini e il Coro Cremona Antiqua (di cui è direttore Antonio Greco), a cui si aggiunge il Coro del Teatro dell’Opera Nazionale d’Ucraina “Taras Shevchenko” diretto da Bogdan Plish. L’apertura è nel nome di Vivaldi, con le note di coinvolgente bellezza del suo “Magnificat in solo minore RV611” (1717 circa), cantata sacra per soli (il soprano Arianna Venditelli e il contralto Margherita Sala), coro e orchestra, che si sviluppa in nove movimenti (dal agnificat al Gloria-Amen). Segue il “Concerto n.1 per corno e orchestra in re maggiore K412” di Mozart (1782), che consta di due soli movimenti (due allegri), e di cui il compositore, di questo strumento dalle possibilità allora non ancora compiute, seppe individuare appieno lo spirito valorizzandone soprattutto il lato virtuosistico. In tal senso il corno protagonista del celebre solista tedesco ventinovenne di Gottinga, Felix Klieser (che privo di braccia e di mani suona con i piedi), offre le più ampie garanzie.

Le composizione di Verdi


C’è poi il Verdi dei “Quattro pezzi sacri”, quattro composizioni della tarda vecchiaia del Maestro di Busseto (pubblicate nel 1898), composte per organici differenti ma spesso eseguite insieme. Nel presente concerto la scelta è caduta su due di esse: lo “Stabat Mater” per coro e orchestra, in latino, su versi di Jacopone da Todi e sul “Te Deum” per doppio coro e orchestra, sempre in latino. (Gli altri due pezzi del lavoro verdiano sono l’”Ave Maria” e le “Laudi alla Vergine Maria”). Ancora Mozart per la chiusura del concerto, con “Ave Verum Corpus”, mottetto in re maggiore per coro, archi e organo K618 (1791), con il coro dei cento bambini “Vocincanto”: una composizione semplice ma di grande forza espressiva, ancora un piccolo gioiello del genio mozartiano.

L’omaggio alle vittime


I brani particolari inseriti nel programma principale, quale omaggio alla cultura del Paese martoriato dalla guerra, sono un canto liturgico eucaristico (“Il corpo di Cristo”); una “Preghiera alla beata Vergine” per coro a cappella di Hanna Havrilec’(nata nel 1958 e morta a Kiev il 27 febbraio scorso); “Agur Maria”, un canto devozionale basco alla Vergine Maria con la voce di Benat Achiary e una composizione di Myroslav Skoryk (1938 - Kiev 2020) per oboe, violino e bandura (incrocio popolare tra liuto e cetra), anche coreografica (“Melody… for an angel”). Il divino Mozart fu a Loreto (solo per due giorni) con il padre Leopold il 16 luglio 1770, nel corso dei suoi viaggi in Italia. La visita alla Santa Casa gli ispirò le “Litaniae Lauretanae”. Riccardo Muti, che di Mozart è interprete di riferimento sul podio orchestrale, in questo stesso luogo e nello stesso mese di luglio, così lontano dal precedente, viene ad eseguirne la musica.

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