«Omaggio all’avanspettacolo». Massimo Lopez con Solenghi in “Dove eravamo rimasti” da giovedì alle Muse di Ancona

«Omaggio all’avanspettacolo». Massimo Lopez con Solenghi in “Dove eravamo rimasti” da giovedì alle Muse di Ancona
«Omaggio all’avanspettacolo». Massimo Lopez con Solenghi in “Dove eravamo rimasti” da giovedì alle Muse di Ancona
di Chiara Morini
4 Minuti di Lettura
Martedì 23 Gennaio 2024, 03:05 - Ultimo aggiornamento: 25 Gennaio, 06:59

Massimo Lopez, quasi 50 anni di carriera, sarà con Tullio Solenghi al Teatro delle Muse di Ancona da giovedì 25 a sabato 27 gennaio alle ore 20,45 e domenica 28 alle ore 16,30. Lo spettacolo, “Dove eravamo rimasti”, fa parte della stagione di Marche Teatro (info: 07152525).

Massimo Lopez, ma dove eravate rimasti con Tullio Solenghi?

«Al precedente spettacolo “Massimo Lopez e Tullio Solenghi show”, dopo il lancio, l’interruzione per la pandemia e la ripresa.

Con questo spettacolo volevamo ripartire con uno show che avesse lo stile narrativo di quello precedente che tanto aveva fatto divertire il pubblico, ma con delle novità, sarà una sorta di seconda puntata».

Può fare qualche piccolo spoiler?

«Ci sarà un esilarante dialogo tra il Presidente Mattarella e Papa Bergoglio, una sorta di omaggio all’avanspettacolo e una lectio sui quadri di Sgarbi, che impersono io. A questo proposito quando abbiamo debuttato, nella sua città Ferrara, Sgarbi è venuto a vedere lo spettacolo e si è divertito. Ma prima dello show è passato in camerino urlando qualcuna delle parole che avrei dovuto usare. Ci sarà poi un omaggio ad Anna Marchesini. Novità di quest’anno è l’uso del grande schermo dove proietteremo immagini utili in un determinato momento dello spettacolo. E qui mi fermo».

Quanto si diverte a fare Sgarbi?

«Tanto, la sua imitazione, come altre, nasce da spunti di vita e dal bel rapporto con Tullio, vivo e gioioso ed entrambi siamo felici di vedere il pubblico contento».

Qual è il ricordo più bello del Trio?

«In realtà il ricordo è costante, ma non di quei ricordi che si hanno con nostalgia. Anna è come se fosse presente anche in questo nostro spettacolo, sia perché la ricordiamo, ma anche perché il nostro stile, mio e di Tullio non è cambiato rispetto a quello che avevamo con il Trio, il modo di fare è sempre quello».

É difficile far ridere il pubblico oggi?

«Un altro ingrediente dello spettacolo è il politically correct e noi lo affrontiamo con fiabe. Ma a far ridere è il politically correct stesso, che io ritengo essere come una malattia, quasi una forma di ipocrisia».

Il personaggio cui siete più affezionati?

«Noi abbiamo il privilegio di essere autori di noi stessi, nessuno ci ha mai imposto quello che dovevamo fare. L’abbiamo scelto e ci piaceva, per cui è quasi impossibile scegliere, ci piace tutto. Poi è chiaro che alcuni hanno avuto un maggiore riscontro nel pubblico e cerchiamo di riproporli».

Il personaggio che non ha o non avete ancora fatto?

«Devo dire che non c’è. Noi proponiamo il presente, anche perché i progetti arrivano strada facendo come è accaduto per questo spettacolo. Pensavamo di fare qualcosa di prosa, inizialmente, poi invece abbiamo deciso di continuare con lo stile del precedente. Siamo avanti con gli anni e possiamo decidere liberamente! E non ci pesa l’età, l’energia è fortissima, e aumenta ogni volta che saliamo sul palco».

I ricordi di Ascoli Piceno?

«Sono nato lì in uno dei trasferimenti di mio padre, ci sono stato fino ai tre anni. Però in Ascoli torno spesso, ogni anno. Due o tre anni fa in particolare guardavo la casa dove sono nato, in corso Trento e Trieste. Un signore affacciato alla finestra, mi ha riconosciuto, ha detto “Ma lei è Massimo Lopez?”. Mi ha fatto salire e ho rivisto la casa di quando ero bambino».

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