Mariangela Gualtieri domani alle 21 all’Aquila di Fermo con “La migliore alleata”: «La poesia è rivoluzionaria»

Mariangela Gualtieri domani alle 21 all’Aquila di Fermo con “La migliore alleata”: «La poesia è rivoluzionaria»
Mariangela Gualtieri domani alle 21 all’Aquila di Fermo con “La migliore alleata”: ​«La poesia è rivoluzionaria»
di Chiara Morini
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Lunedì 4 Marzo 2024, 03:00 - Ultimo aggiornamento: 17:04
Un fuori abbonamento con una delle voci poetiche più intense della scena italiana: Mariangela Gualtieri arriverà a Fermo domani, martedì 5 marzo, alle 21, al teatro dell’Aquila, per proporre quello che è considerato uno dei suoi “riti sonori”. “La migliore alleata”, questo il titolo dello spettacolo con la guida di Cesare Ronconi, emozionerà il pubblico ed è un appuntamento proposto da Comune e Amat nell’ambito di Scuola di platea, percorso di introduzione al teatro per gli studenti delle superiori con incontri propedeutici e confronti con la compagnia (info e prenotazioni: 0734 284295).
La migliore alleata è la poesia? Perché?
«Da un lato perché ricarica di forza e di vitalità le parole, parole che sono logorate dalla lingua di tutti i giorni e che sembrano depotenziate. E poi perché i poeti e le poete hanno cantato tutto, celebrato tutto e ci aiutano a comprendere l’umano e tutto ciò che lo circonda e lo tiene in vita». 
Quali poesie presenterà?
«Comincerò dal Sermone ai cuccioli della mia specie, poi pescherò da varie mie raccolte edite, secondo un montaggio ritmico che alternerà testi più intimi a testi più battaglieri. E poi, visto che siamo a marzo, dedicherò qualche poesia alla primavera».
Cos’è per lei «l’incanto fonico» della poesia?
«È l’effetto dell’arte orale: quando tutto è al meglio, voce recitante, ascolto del pubblico, silenzio del luogo, forza del testo, allora l’attenzione dei presenti si fa quasi incantatoria, il respiro si fa molto sottile e leggero e parole e silenzio galleggiano, quasi si fosse in un viaggio astrale. Potrei dire che è la pienezza dell’udire».
Quanto serve, oggi, la poesia? E perché?
«Perché è rivoluzionaria, ci porta fuori dall’ordinario e parla al nostro io più profondo, quello che se ne sta nel nostro porto sepolto, per usare una bella immagine di Ungaretti, quello che non frequentiamo mai. Eppure è lì che ci sono le nostre meraviglie, è lì che veniamo davvero nutriti».
Non sembra molto amata a volte però.
«Eppure tanta gente è disposta a pagare un biglietto per ascoltare un poeta e questo mi sembra di buon augurio».
A scuola non piace imparare poesie a memoria, perché secondo lei lo si dovrebbe fare?
«Imparare le poesie a memoria significa farsi un regalo per sempre. Io ancora ricordo Davanti a San Guido di Carducci, imparata da mia sorella prima ancora che sapessi leggere e scrivere. Si possono imparare versi a memoria, anche solo qualche verso che può darci coraggio o rasserenarci, consolarci o esortarci».
Quali sono i suoi poeti preferiti?
«Fra i viventi Milo De Angelis che considero un maestro e un fratello, poi tanti altri, tante altre che cambiano di volta in volta a seconda delle letture del momento. Ora posso nominare Ida Travi, Alessandro Ceni, Antonella Anedda, Mariagrazia Calandrone. Fra quelli del passato prossimo e del passato remoto Dante, Dino Campana, Amelia Rosselli, Dylan Thomas, Emily Dickinson, Garcia Lorca, Arthur Rimbaud, Anna Achmatova, Marina Cvetaeva e tanti altri. Più gli anglosassoni e i russi dei francesi».

 
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