A Osimo inizia oggi il Festival del giornalismo d’inchiesta dedicato a Gianni Rossetti

A Osimo inizia oggi il Festival del giornalismo d’inchiesta dedicato a Gianni Rossetti
A Osimo inizia oggi il Festival del giornalismo d’inchiesta dedicato a Gianni Rossetti
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Giovedì 31 Agosto 2023, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 12:58

«Parti sempre dalla notizia, sia che racconti il fatto che ti accade davanti a casa, che il Papa che va alla Casa Bianca: l’importante è rendere comprensibile quello che scrivi a tutti»: è questo uno dei principali insegnamenti che Gianni Rossetti ha lasciato a Giacomo Galeazzi, attuale direttore del Festival del giornalismo d’inchiesta.

La kermesse, giunta alla XII edizione e organizzata dal circolo Ju-Ter Club Osimo, in collaborazione con il circolo +76, la Confartigianato di Ancona e Pesaro Urbino ed importanti realtà del territorio, si inaugura oggi, alle 21, al teatrino dell’istituto Campana, con le giornaliste Emma D’Aquino e Matilde D’Errico, legate a doppio filo alla storica trasmissione di Rai 3 “Amore Criminale”, con D’Aquino che ne ha recentemente ereditato la conduzione e D’Errico che, oltre ad esserne autrice, ne è stata anche l’ideatrice.

 
I riconoscimenti


Ad Emma D’Aquino, che per anni ha seguito alcuni dei più importanti eventi sociopolitici d’Italia del mondo, andrà il premio “Giornalisti in prima linea”, mentre a Matilde D’Errico andrà il “Premio Inchiesta 2023”, affidatole anche per la scrittura e la conduzione di “Sopravvissute”, altro contenitore della Terza rete Rai che raccoglie le storie di donne sopravvissute, appunto, a violenza domestica, psicologica o sessuale. «Il festival ideato da Gianni Rossetti 12 anni fa, - prosegue Galeazzi - è nato con lo scopo di fotografare il giornalismo d’inchiesta a partire dall’occhio dei giovani. Rossetti è sempre stato un artigiano dell’informazione e ha insegnato il mestiere a generazioni di giornalisti. Intendiamo quindi raccontare il metodo di lavoro che rende il giornalismo strumento di crescita civile e culturale per tutta una comunità.

Spesso le notizie arrivano all’attenzione pubblica solo quando arrivano ad essere un fatto eclatante, come i femminicidi o le violenze: manca il racconto di un vissuto di sofferenza e le reti, insegnanti, genitori, educatori, che dovrebbero servire a prevenire.

Quindi informare significa anche prevenire: partiamo sempre dall’idea che un argomento cammina sempre sulle gambe dei protagonisti e delle loro testimonianze». Il festival proseguirà il primo settembre nella Sala consiliare del Comune di Castelfidardo con Francesca Fialdini ed Andrea Casadio che porteranno nelle Marche l’esperienza maturata nel corso dei tre anni di produzione di “Fame d’amore”, format dedicato al racconto delle storie di vita di giovani e giovanissimi finiti nell’abisso dei disturbi alimentari. Chiude il primo ciclo di appuntamenti del festival - il 2 settembre, presso il chiostro del Santuario di San Giuseppe da Copertino, ad Osimo - Don Marco Pozza, cappellano del carcere Due Palazzi di Padova nonché volto noto della tv, cui andrà il “Premio per l’informazione religiosa”.

Tra i prossimi ospiti Gianluigi Nuzzi e Nicola Grattieri (9 settembre, ore 21, palazzo comunale di Filottrano); Mario Giordano intervistato da Giancarlo Laurenzi, direttore del Corriere Adriatico (16 settembre, ore 21, auditorium Confartigianato), infine il generale Figliuolo e Beppe Severgnini che hanno scritto un libro sulla pandemia (23 settembre, ore 21, teatro di San Marcello). «Ogni anno scegliamo dei temi e vengono premiati i giornalisti che hanno fatto il miglior lavoro su quei temi: - conclude Galeazzi - l’inchiesta deve essere uno strumento utile alla società ed è per questo che i nostri appuntamenti non sono dei convegni per addetti ai lavori, ma incontri aperti a tutti».

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