Dagli Appennini alle Alpi sulla via
che porta da Carpegna a Bergamo

Dagli Appennini alle Alpi sulla via che porta da Carpegna a Bergamo
di Saverio Spadavecchia
4 Minuti di Lettura
Venerdì 1 Giugno 2018, 13:00
Dalle montagne marchigiane fino a Bergamo, ai piedi delle Alpi. Un viaggio attraversando l’Appennino tra cultura, buona tavola e devozione. Senza dimenticare la riscoperta delle origini del Tricolore italiano.
 


1 Il via da Carpegna
Carpegna, in provincia di Pesaro Urbino, fu nel medioevo feudo dei conti di Carpegna (famiglia da cui ebbero origine anche i conti di Montefeltro, i Malatesta e i Della Faggiola). Maestoso il palazzo dei principi, progettato dall’architetto Giovan Antonio De Rossi nel 1675 per il cardinale Gaspare di Carpegna. Fra gli edifici religiosi va ricordata la chiesa di San Sisto. Fuori del paese (2 km) sorge invece la pieve romanica di San Giovanni (1181). La chiesa di San Nicolò (sec. XVII) ebbe un momento di celebrità nel 1970 per il misterioso fenomeno delle sue campane che suonavano pur rimanendo immobili. Ora verso Camaldoli, 108 km.
 
2 Tappa a Camaldoli
Parte del comune di Poppi, in provincia di Arezzo, la frazione è nota per la presenza del complesso monastico di Camaldoli (sec. XI). Un luogo fuori dal tempo, costruito attorno ad un eremo ed un monastero incastrati alle falde della catena appenninica che divide la Romagna dalla Toscana. Nel monastero si trova la foresteria, la grande sala capitolare, l’antica farmacia o laboratorio galenico, in cui i monaci lavoravano spezie e piante medicinali per curare i malati dell’antico “ospitale”. All’interno dell’eremo si può ammirare la cella di San Romualdo, il santo fondatore della comunità monastica di Camaldoli, citato anche da Dante nel Paradiso. A poca distanza dall’eremo ecco il laghetto (origine artificiale nel 400 per sostenere i monaci con pesce allevato tra le sue acqua) Traversari, oggi luogo dove vivono due specie protette: il tritone punteggiato protetto dalla convenzione di Berna ed il tritone alpestre inserito dal WWF tra le specie in via di estinzione. Verso Firenzuola, 155 km.

3 Il borgo di Firenzuola
Il borgo di Firenzuola voluto da Firenze tra il XIII ed il XIV secolo, una delle terre nuove fondate e legate anche nel simbolo: un giglio metà bianco e metà rosso. Fondata nel 1036, la costruzione vera e propria di Firenzuola fu avviata però solo nel 1332 mentre la rocca, sede dei podestà fiorentini, risale al 1371. I primi anni di vita di Firenzuola non furono semplici, infatti il borgo fu messo a ferro e fuoco in due diverse circostanze dagli Ubaldini e dai Visconti di Milano. Teatro di guerra anche durante la seconda guerra mondiale, con combattimenti tra alleati e tedeschi arroccati sulla linea gotica. Dal punto di vista urbano, Firenzuola è stata ricostruita cercando di mantenere l’impianto storico, caratterizzato da una pianta molto regolare con un’ampia piazza centrale, tipico delle terre nuove fiorentine. La Rocca di Firenzuola ospita il Museo della Pietra Serena, fondato nel 1999 per celebrare i maestri scalpellini di Firenzuola e la pietra serena. Verso Reggi Emilia: 230 km.


 
4 La città del Tricolore
Reggio Emilia è la città del Tricolore: qui nel 1797 fu adottato il vessillo che divenne poi bandiera nazionale. Conosciuta per la sua gastronomia e per la qualità di vita è anche città d’arte. Esempi luminosi la seicentesca basilica della Ghiara ed il teatro municipale La Ghiara, testimonianza del barocco emiliano, custodisce preziose opere d’arte, come la Crocifissione del Guercino, oltre ad un ciclo di affreschi sulle figure femminili dell’antico testamento. Da visitare partendo dal centro, da piazza grande dove si affacciano la Cattedrale, il Battistero ed il palazzo municipale. Attraverso i portici del Broletto, raggiungere la piccola Piazza San Prospero ecco la basilica dedicata al Santo protettore. Ed ancora lo Spazio Gerra e le installazioni di arte contemporanea che caratterizzano i recenti anni: da Fabro a Morris da Sol Lewitt a Mattiacci sino alla stupefacente collezione privata permanente Maramotti che espone opere di inestimabile valore. Tappa finale: Bergamo 193 km.
 
5 Arrivo a Bergamo
Bergamo è città alta e città bassa: il nucleo storico e quello moderno. La parte più interessante da visitare è quella storica, alta, dove ancora il borgo medievale della città è ben conservato. Si possono infatti ancora osservare i bastioni eretti durante la dominazione veneziana nel XVI secolo. Da scoprire la piazza dove si affacciano il palazzo della ragione ed il palazzo nuovo, che ospita la biblioteca Angelo Mai, e la torre civica, conosciuta anche come il campanone. Da vedere anche il duomo, la cappella Colleoni, opera dell’architetto Giovanni Antonio Amadeo, il battistero di Giovanni da Campione, la basilica di Santa Maria Maggiore. Quest’ultima ospita la tomba di Gaetano Donizetti e i monumenti funebri innalzati in onore di Bartolomeo Colleoni e di sua figlia.
© RIPRODUZIONE RISERVATA