Sitting Volley, presentati ad Ancona il progetto e la finale di Coppa Italia maschile al Palabrasili il 16 e 17 dicembre

Venerdì 8 Dicembre 2023, 19:51 - Ultimo aggiornamento: 20:02 | 1 Minuto di Lettura

Il punto di riferimento? La Bosnia Erzegovina

Non è un caso che la Bosnia Erzegovina sia un punto di riferimento del sitting volley europeo e mondiale a partire dalle prime gare disputate in pieno conflitto dei Balcani, nel 1994. In una nazione di oltre 3 milioni e mezzo di abitanti, dove “circa un cittadino adulto su dieci ha disabilità di qualche tipo” (fonte Comitato Helsinki per i Diritti Umani) e non si contano le amputazioni, i successi nella disciplina rappresentano un importante simbolo di riscatto. Rispetto ad altre discipline paraolimpiche, infatti, il sitting volley è una “disciplina povera” che non necessità di investimenti. Niente protesi di ultimissima generazione, carrozzine ipertecnologiche o biciclette superleggere e sofisticate: per giocare servono solo una rete e un campo. Motivazioni simili hanno determinato le crescenti affermazioni dell’Iran nel palmares del sitting volley. Inserito ai Giochi Paralimpici di Arnhem (Olanda) nel 1980, fino alle Paralimpiadi 2000 a Sydney (Australia), il Paravolley era diviso in due modalità: in piedi (Standing Volley) e seduti (Sitting Volley). Dai Giochi ad Atene del 2004, è rimasto soltanto il Sitting Volley. La struttura del Sitting Volley della FIPAV, che fa parte dell'area Squadre Nazionali, ha svolto negli ultimi anni un'intensa attività formativa per le società affiliate, sia a livello divulgativo che promozionale. Diverse sono le opportunità per cimentarsi nella disciplina paralimpica, la competizione più importante a livello territoriale è sicuramente il Campionato Italiano per società.

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