Agenzia delle Entrate, la notifica ha un indirizzo sbagliato: l'imprenditore Massimo D'Alessio non pagherà 14 milioni di tasse

di Mario Landi
Giovedì 22 Febbraio 2024, 12:17 | 1 Minuto di Lettura

La vicenda

Tutto comincia il 10 maggio del 2022, quando l’Agenzia contesta a D’Alessio con intimazione di pagamento il saldo di 13milioni e 928 mila euro, somma derivante dall’assenza di versamento di 15 cartelle esattoriali e due accertamenti. D’Alessio cade dalle nuvole. È allora che scopre come il 19 luglio del 2007 gli sarebbe stata notificata la cartella di quasi 14milioni di euro. Dove? In via Renato Birolli 52. Ma lui lì non risiede. Viene rilevata l’irreperibilità assoluta del contribuente. Seguono un’iscrizione ipotecaria e due atti interruttivi. Tutti notificati in via Renato Birolli 52, quella con due "elle", quella dell'indirizzo sbagliato. Altri due avvisi di accertamento erano stati inviati sempre all’indirizzo sbagliato, uno il 23 luglio del 2015, l’altro poco tempo dopo. In entrambe le note di restituzione si legge la dicitura: «Indirizzo insufficiente». Queste parole avrebbero dovuto mettere in allarme l’Ader? Fatto sta che la Corte si limita a rilevare la nullità dell’intimazione di pagamento del 2022 per la prescrizione di tutte le cartelle.

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