«Fatemi uscire, devo portare fuori il cane». Barricato in casa da 2 giorni, incubo finito: il 37enne è in Psichiatria

«Fatemi uscire, devo portare fuori il cane». Barricato in casa da 2 giorni, incubo finito: il 37enne è in Psichiatria
«Fatemi uscire, devo portare fuori il cane». Barricato in casa da 2 giorni, incubo finito: il 37enne è in Psichiatria
di Silvia Sinibaldi
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Lunedì 28 Agosto 2023, 04:30 - Ultimo aggiornamento: 29 Agosto, 08:15

VALLEFOGLIA È stato il pensiero del disagio patito dal suo cane, un maremmano imponente che, per 36 ore, è stato chiuso in casa insieme a lui. Aveva bisogno di muoversi di fare i suoi bisogni e solo per l’amico a quattro zampe Erald ha patteggiato con quel mediatore che per un giorno intero e una notte aveva vanamente tentato di convincerlo a uscire dall’appartamento. Ora ha trovato le cure di cui aveva bisogno l’uomo di 37 anni che si era asserragliato venerdì notte nella casa di via De Gasperi 38 a Morciola, in preda a un delirio che con il passare delle ore, si palesava sempre più ingestibile.

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La svolta

Poi ieri mattina intorno alle 9, forse stanco e pronto alla resa ha lanciato l’ultima sfida rivolto al mediatore: «Se non mi fa uscire mi pianto il coltello in gola, il cane ha bisogno di fare i suoi bisogni, dovete farci uscire e poi lasciarmi rientrare».

La controproposta lo ha convinto: «Ora faccio allontanare tutti, carabinieri, vigili del fuoco, tutti così tu scendi, con il cane fate quello che è necessario e poi tornate a casa». Mentre il 37enne osservava le manovre dal terrazzo della sua abitazione dove aveva appeso una bandiera dell’Albania, tutte le forze dell’ordine, agenti della Municipale compresi, si sono allontanati con auto e mezzi. In previsione di questo alcuni carabinieri era presenti senza divisa per potersi meglio mimetizzare. Così il giovane di origine albanese è uscito di casa, è entrato nel cortile esterno ed è stato subito immobilizzato dai carabinieri. Un’ambulanza del 118 lo ha preso a bordo trasportandolo al pronto soccorso, poi è scattato il Tso è finalmente è stato ricoverato nel reparto di Psichiatria. Al quale non aveva avuto accesso neanche di recente perché come raccontano i familiari, il delirio di questo fine settimana era stato anticipato da episodi di evidente disagio psichico sia il 19 che il 21 agosto, ma la convinzione dei familiari non era stata condivisa dai medici. Non è stata una notte facile quella che ha preceduto la resa e che per 48 ore ha tenuto impegnate una ventina di persone tra forze dell’ordine, sanitari e vigili del fuoco. Nel buio della notte tra sabato e domenica sono risuonate le sue farneticazioni. Grida contro i fascisti e poi visioni di marocchini che volevano ucciderlo e ancora insulti alla città di Pesaro in mano ai fascisti. Nelle ore precedenti aveva minacciato di uccidersi, di darsi fuoco, di far saltare il palazzo e l’eventualità che potesse farsi male era tra le preoccupazioni più forti. Per questo era stato isolato dagli allacci alla luce e al gas ed era stato impedito l’accesso alla strada che porta alla palazzina. Ma una casa è piena di oggetti utilizzabili per farsi del male.

Lo scenario

Invece ieri mattina, quando i carabinieri sono entrati nell’appartamento, non hanno trovato nulla che corrispondesse alla violenza del suo delirio. Le cose erano in ordine. L’allarme era scattato sabato mattina intorno alle 9. I suoi familiari padre e madre erano fuori di casa dalla sera precedente ma, quando hanno capito che da soli non ce l’avrebbero fatta, hanno chiesto aiuto. Il figlio 37enne albanese minacciava di darsi fuoco. Il dramma si è consumato in un palazzone di via De Gasperi a Morciola. Il 37enne già in passato aveva avuto atteggiamenti fuori dalle righe tanto che il sindaco di Vallefoglia Palmiro Ucchielli aveva firmato 5Trattamenti sanitari obbligatori per poterlo calmare. Ieri ha visto i vigili arrivare per il quinto Tso. Così si è chiuso in casa con il cane, un Maremmano di grande taglia, e non ha permesso a nessuno di entrare, compresi i genitori. Ogni tanto usciva in terrazzo gridando frasi deliranti del tipo: «Non mi avrete mai. Game over. Posso morire ma non mi avrete mai a nessun prezzo». Il padre è molto preoccupato, isnieme all moglie e ai coniquilini è già stato oggetto di minacce. «Non è la prima volta che accade questo, lo abbiamo segnalato ai servizi sociali del comune e alle associazioni così che possano prenderlo in cura, ma non abbiamo avuto risposte. Anche dopo i due Tso ricevuti, i i medici del reparto di Psichiatria lo ha fatto uscire e noi pensiamo senza le cure necessarie. Siamo preoccupati perché la situazione può degenerare». 

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