Universitari costretti a pagare più tasse di quanto permesso dalla legge. Anche Urbino con Torino, Milano, Roma e non solo: i 18 atenei coinvolti

L ’Università di Torino è stata condannata a risarcire i propri studenti per avergli fatto pagare tasse troppo alte

Le università impongono tasse più alte agli studenti, ma la legge non lo permette. Torino Milano, Roma e non solo: i 18 atenei coinvolti
Le università impongono tasse più alte agli studenti, ma la legge non lo permette. Torino Milano, Roma e non solo: i 18 atenei coinvolti
di Redazione web
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Domenica 21 Aprile 2024, 17:00 - Ultimo aggiornamento: 17:07

Studenti di mezza Italia beffati nei luoghi del Sapere e del Merito. Non bastava il problema del caro affitti - per cui gli universitari sono disperati dato che i prezzi non peremettono di trovare un alloggio conveniente - ora ci si mettono anche le tasse. Da Nord a Sud sono almeno 18 le università che avrebbro fatto pagare di più ai propri studenti. 

Il primo ateneo ad esser stato scoperto è stato in Piemonte. L ’Università di Torino è stata condannata a risarcire i propri studenti per avergli fatto pagare tasse troppo alte. Ma come detto, non sarebbe la sola. La sentenza del Consiglio di Stato, che ha disposto la restituzione di un totale di 39 milioni di euro agli iscritti dell’Ateneo piemontese, ha scoperchiato la questione della contribuzione oltre i limiti di legge all’interno del sistema accademico italiano. Secondo quanto denunciato dalle associazioni degli studenti, citate da l’Espresso, sarebbero 18 le Università a non rispettare le norme.

Il caso di Torino

Ribaltando la sentenza del Tar del Piemonte, il Consiglio di Stato ha condannato l‘Università di Torino al risarcimento, accogliendo il ricorso dell’Unione degli Universitari (Udu), tra le associazioni di rappresentanza degli studenti più diffusa in Italia. Secondo la sentenza del massimo organo di giustizia amministrativa, nel 2018 l’Ateneo del capoluogo piemontese aveva fatto pagare 95 milioni di euro di tasse ai propri iscritti a fronte di un contributo dello Stato di 277 milioni, violando così quanto disposto da una legge del 1997: la norma impone che i contributi degli studenti non possano superare il 20 per cento dell’ammontare del Fondo di Finanziamento ordinario, cioè delle risorse che l’università riceve dallo Stato per la gestione delle proprie attività.

«Quest’azione legale – aveva spiegato Pasquale Scordo, coordinatore di Torino dell’Udu – non ha come intento quello di danneggiare il nostro ateneo bensì di garantire la tutela del diritto, motivo per cui chiediamo al rettore Geuna di abbassare le tasse, riportare l’attenzione accademica nella legalità e procedere immediatamente i rimborsi a favore degli studenti non solo per il 2018».

La tax area

Stando all’indagine realizzata dall’Unione degli universitari, sarebbero però diversi gli Atenei a fare pagare più tasse del dovuto: Torino non è l’unico ateneo a essere fuorilegge  - ha aggiunto Scordo al settimanale l’Espresso - Secondo i dati preliminari dei bilanci preventivi del 2023, su 59, sono 18 quelli che hanno superato i limiti stabiliti dalla norma del 1997.

Dieci anni fa erano circa la metà del totale, oggi sono un terzo».

Tra le Università che chiedono somme troppo alte ai propri iscritti, secondo Simone Agutoli dell’UdU nazionale, ci sarebbero il Politecnico di Milano e l’Università di Bologna: «Il primo l’anno scorso ha chiesto oltre il 30 per cento della contribuzione studentesca, sforando di 25 milioni di euro. L’ateneo di Bologna il 24,1 per cento. Circa 18 milioni in più rispetto a quanto consentito. Lo sforamento totale delle università per il 2022/23 è stato di 125 milioni. Assurdo pensare che sono soldi pagati illegittimamente dagli studenti».

Come sostiene l’esponente del sindacato studentesco, gli atenei italiani avrebbero cominciato a fare lievitare le tasse richieste agli studenti a partire dalla riforma Gelmini, via via i finanziamenti pubblici andavano diminuendo: «Con un picco raggiunto intorno al 2016: secondo i dati di Siope, il sistema informativo sulle operazioni degli enti pubblici, gli atenei chiedevano oltre 1,7 miliardi di euro in contribuzione studentesca».

«Poi, non c’è stato un’improvviso anelito di benevolenza – ha aggiunto il rappresentante degli studenti – ma grazie all’introduzione della no tax area che permette a chi ha un Isee al di sotto di 22 mila euro di non pagare le tasse, la percentuale di contribuzione richiesta agli studenti è tornata ad abbassarsi».

Prima di arrivare in tribunale, l’obiettivo dell’associazione è quello di trovare un accordo con le Università, come quello, ad esempio, sottoscritto con la Statale di Milano che, come spiegato dal senatore accademico, Ivan Zeduri, «attuerà una no tax area tra le più alte di Italia, fino a 30 mila euro. E rivedrà al ribasso le tasse per le atre fasce fino a 80 mila euro. Una vittoria significativa frutto di un impegno che va avanti da anni, dal 2019 quando l’Udu denunciò lo sforamento della contribuzione studentesca rispetto al 20 per cento del Fondo di Finanziamento ordinario».

La lista degli atenei coinvolti

  1. Università degli studi di Brescia
  2. Università Roma Tre
  3. Università IUAV di Venezia
  4. Università degli studi di Parma
  5. Università degli studi di Udine
  6. Università degli studi di Bergamo
  7. Università degli studi di Padova
  8. Università di Urbino Carlo Bo
  9. Università degli studi di Verona
  10. Università di Bologna
  11. Università Ca' Foscari di Venezia
  12. Università di Torino
  13. Università degli studi di Milano
  14. Università del Piemonte Orientale
  15. Università degli studi di Modena e di Reggio Emilia
  16. Università degli studi di Milano-Bicocca
  17. Politecnico di Milano
  18. Università degli studi dell'Insubria

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