Turismo, l'affondo di Filippetti: «Pesaro è senza identità»

Turismo, l'affondo di Filippetti: «Pesaro è senza identità»
Turismo, l'affondo di Filippetti: «Pesaro è senza identità»
di Luigi Benelli
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Venerdì 7 Luglio 2023, 03:20 - Ultimo aggiornamento: 18:11

PESARO Ci sono tante declinazioni turistiche, ma ora gli albergatori chiedono alla politica quale di queste si vuole intraprendere. Ieri, al rinnovato Hotel Charlie di viale Trieste, gli albergatori hanno fatto quadrato per mandare vari messaggi all’Amministrazione comunale e al sindaco Matteo Ricci. Il presidente Apa Hotels Paolo Costantini ha sottolineato la «brusca frenata delle prenotazioni in seguito all’alluvione». «Dopo una bella e positiva partenza - ha puntualizzato - la gestione dell’evento atmosferico e la comunicazione generata ha portato forti danni d’immagine per Pesaro. Il timore che le acque non siano balneabili o siano sporche, ha provocato una svolta negativa sull’afflusso di turisti. La città deve essere in grado di invertire la rotta con una comunicazione chiara. Ad oggi abbiamo un -25% di presenze e questo ci preoccupa non poco».


I temi sul tavolo


Altro tema quello della movida.

L’ordinanza sui decibel e gli orari della musica scontenta gli operatori. «Servono controlli altrimenti questo crea disagi ai turisti. Vigili urbani, Prefettura e Questura devono far applicare le regole. Abbiamo ospiti che lasciano le strutture perché non riescono a riposare. Questa non è una perdita solo per l’hotel, ma per tutta la città». Tema che ha innescato una serie di considerazioni sulla declinazione turistica della città. Nardo Filippetti, titolare della società Lindbergh Hotels che negli ultimi anni ha investito 70 milioni di euro nelle strutture pesaresi, ha sottolineato un dato. 

«Non è una destinazione turistica»


«Pesaro è sconosciuta. Ad oggi non è una destinazione turistica. Se la cerchiamo su internet non appare neanche come meta balneare. Quindi per noi operatori è difficile stimolare una domanda che non c’è. Abbiamo più volte cercato l’Amministrazione comunale per confrontarci su questo tema senza essere ascoltati - ha rimarcato - lo facciamo ancora con questa conferenza stampa. L’obiettivo è avere delle linee guida sul tipo di turismo che vogliamo per Pesaro. Non possiamo essere la città delle famiglie e della vacanza tranquilla e allo stesso tempo avere il divertimentificio sotto gli hotel. Questo non si può conciliare. Ci devono dire che tipo di turismo vogliono e noi di conseguenza andremo a cercare i clienti in quella fascia. Se vogliono un luna park a cielo aperto, dobbiamo cambiare clientela. Non possiamo prendere i residui di altre località, dobbiamo avere una nostra identità. Ma che sia chiara. Gli albergatori stanno investendo nelle strutture, ma chiediamo investimenti anche all’Amministrazione comunale. Da soli non possiamo creare una destinazione turistica con un hotel, è la città che deve avere una sua proposta». Rispetto alla promozione è unanime la richiesta che «i ricavati della tassa di soggiorno siano realmente investiti nella comunicazione».


Il 20% del Pil della città


Concetto ampliato anche da Fabrizio Oliva, ex presidente Apa Hotels, che oggi si occupa, tra l’altro, del Baia Flaminia Resort. «Al momento il turismo e l’accoglienza valgono il 20% del Pil della città, ma manca una programmazione a partire dal lungomare. Serve una visione di lungo periodo, non basta un’isola pedonale H24 provvisoria e posticcia. Siamo l’unica città della costa che non ha un lungo mare risistemato. I lavori in piazzale D’Annunzio sono in ritardo e la stagione è ormai già entrata nel vivo». Il commerciante Fabio Fazi, titolare della catena “Il gelato di Juri” ha insistito sul fatto che manchi «un progetto organico di decoro. Va rivisto il concetto di isola pedonale H24 perché così facendo questo spazio finisce per essere lasciato nelle mani di tanti ragazzini, spesso maleducati, che provocano problemi di ordine pubblico e si sentono impuniti perché non imputabili. Abbiamo pronta una bozza di esposto da presentare a Prefetto e Questore per la questione inderogabile dell’ordine pubblico in questa zona». Poi il dito puntato sui locali che «pur non avendo licenze ad hoc, fanno ballare e hanno vocalist. Questo crea disagi». Ultimo nodo, Pesaro Capitale della Cultura 2024. Oliva è stato lapidario: «Ci piacerebbe fare promozione, ma non sappiamo il programma».
 

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