Schianto con tre morti, l'unico superstite alla sbarra per omicidio stradale: chi ha tirato il freno a mano?

Pesaro, schianto con tre morti, l'unico superstite alla sbarra per omicidio stradale: chi ha tirato il freno a mano?
Pesaro, schianto con tre morti, l'unico superstite alla sbarra per omicidio stradale: chi ha tirato il freno a mano?
di Luigi Nenelli
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 27 Gennaio 2021, 09:30 - Ultimo aggiornamento: 8 Marzo, 16:36

PESARO - Presentate le due perizie, Marco Orazietti verrà giudicato con rito abbreviato. Secondo le consulenze di parte della difesa dell’imputato non sarebbe stato lui a tirare il freno a mano.

LEGGI ANCHE:

Ieri mattina udienza preliminare in tribunale a Pesaro per il caso del tragico incidente del 9 giugno 2019 in zona Colombarone ai piedi delle Siligate, che è costato la via a Silvia Lucarelli, 33 anni e ai coniugi 60enni Roberto Carosio e Oriella Bonerba. Secondo l’indagine emergerebbe che Silvia era alla guida e non Marco Orazietti, il 34enne, compagno della donna, indagato per triplice omicidio stradale colposo in concorso.

Secondo l’accusa (pm Giovanni Narbone) avrebbe cooperato nella determinazione dell’incidente.

Silvia avrebbe condotto il veicolo in stato di alterazione psicofisica e per imperizia, negligenza e imprudenza avrebbe affrontato la curva a Colombarone dopo un sorpasso con la doppia striscia continua a 130 km/h. 

La ricostruzione

Il 34enne Orazietti, secondo l’accusa, avrebbe tirato il freno a mano mentre l’auto era lanciata. L’azionamento della leva avrebbe fatto sbandare la Mazda, facendola finire contro la Fiat Seicento in cui si trovavano Carosio e Bonerba, morti sul colpo. Dalle telecamere emerge che Silvia era alla guida e Orazietti sarebbe rimasto in un primo momento incastrato nel lato passeggeri. Appena uscito dalla macchina Orazietti avrebbe detto ai primi soccorritori che non era stato lui, che non stava guidando. Ieri l’udienza dal Gup con l’avvocato di Marco Orazietti, Andrea Giorgiani che ha depositato due perizie. «Parliamo di una perizia medica e una tecnica – spiega Giorgiani – Secondo quest’ultima emerge che non sarebbe stato Orazietti a tirare il freno a mano. Nella perizia dell’accusa questa parte aveva delle lacune e abbiamo voluto chiarirne gli effetti. La seconda riguarda la testimonianza che il mio assistito avrebbe reso a due amiche di Silvia rispetto al fatto di aver tirato il freno a mano. Testimonianze chiavi che sono entrate nell’inchiesta. Ha sempre detto di non ricordare nulla di quanto accaduto, quindi volevamo capire se poteva essere in grado di ricostruire i fatti appena uscito dall’ospedale. La perizia in questo senso dice che l’Orazietti è stato sottoposto per giorni ad intenso trattamento di potenti sedativi ipnoinducenti, morfinici e antipsicotici maggiori, tali da non poter rendere attendibile il suo racconto nell’immediata uscita dall’ospedale. Avevamo quindi bisogno di queste perizie per poter fare accertamenti e verificare eventuali errori nella tesi della procura. Grazie a questi documenti ora procederemo con un rito abbreviato». Il Giudice ha disposto l’audizione di tutti i tecnici coinvolti, poi la discussine il 27 luglio con possibile sentenza.

La parte civile

L’avvocato Paolo Masetti, legale dei familiari di Silvia, ieri si è costituito parte civile nel processo senza opposizioni. Per Masetti: «Le perizie della procura sono chiare: il freno a mano è stato tirato, questo è inequivocabile come emerge anche dallo scarrozzamento dell’auto. Inoltre le due testimoni che hanno sentito da Orazietti dire che era stato lui stesso a tirarlo per paura sono attendibili. Vedremo a luglio l’esito e il confronto dei periti».

© RIPRODUZIONE RISERVATA