PESARO C’è un dato che restituisce uisce la dimensione di un aumento dei prezzi dell’energia schizofrenico. Un panificio del pesarese aveva pagato nei primi sette mesi del 2021 17.764 euro per poter accendere i forni. Nel 2022 la cifra è schizzata a 46.114 euro per una impresa che produce circa 6 quintali al giorno. Le imprese della panificazione, già occupate in una difficile ripresa a seguito della pandemia, si trovano adesso a dover contrastare un aumento fuori controllo dei costi di gas, energia elettrica e materie prime, che costringe i panifici ad aumentare i prezzi del pane o, addirittura, a spegnere i forni. I primi segnali della crisi economica che investirà l’Italia in autunno sono già abbondantemente arrivati. Alle micro e piccole imprese della panificazione e delle produzioni da forno della nostra provincia stanno arrivando bollette di gas e luce da capogiro, insostenibili per poter produrre beni di prima necessità.
I segnali
«Vogliamo sollevare un problema grave ed urgente che vede a rischio la sopravvivenza di migliaia di imprese artigiane e dei relativi livelli occupazionali – sottolinea Marcello Angelini, presidente Associazione panificatori della Confcommercio – i numeri parlano da soli: con consumi, a giugno 2022 per 6.000 euro che, nel mese di luglio 2022, diventano quasi 11.500 euro è facile comprendere che la sopravvivenza delle attività è a rischio».
Gli adeguamenti
«Fino a questo momento – conclude amaramente Marcello Angelini - le imprese della panificazione si sono ingegnate, con modifiche alla produzione o sostituendo determinati prodotti, nell’assorbire tutti quegli aumenti già importanti delle materie prime, ammortizzando così gli extra costi senza scaricarli sulla clientela. Il sistema ora, a causa degli aumenti sconsiderati dell’energia, non è più sostenibile così come purtroppo è anche difficile pensare ad adeguamenti dei listini che si scaricherebbero sul consumatore finale che, in fin dei conti, vive la nostra stessa drammatica situazione con una busta paga diventata notevolmente più leggera».
Luigi Benelli
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