MONDOLFO - Eventi turistici e di richiamo culturale a Mondolfo e Marotta. Divampa la polemica dopo il post di Filippo Sorcinelli, già presidente della Pro Arte Mondolfo e ideatore della rassegna Synesthesia Festival che era stata promossa nel 2018 in collaborazione con l’amministrazione comunale.
È il sarto dei Papi
Sorcinelli, noto anche per essere il sarto dei Papi, ha lanciato più di una frecciata: «Nell’ormai preostorico 2019 – ha scritto sul profilo social - come oggi e a quest’ora, a Mondolfo 150 persone godevano tra le altre cose della cena monastica con Synesthesia Festival.
Un’amarezza che Filippo non ha nascosto da tempo agli amici e ai concittadini, soprattutto durante gli ultimi mesi e settimane quando sono state rinvenute stracciate ad esempio le opere di “street art” che lui stesso aveva contribuito a realizzare nei pressi delle ex fabbriche Silvestrini.
Il post ha suscitato notevole clamore e reazioni. C’è chi ha solidarizzato con il fondatore del Synesthesia Festival come Elvira Ratti: «Viviamo nell’era degli influencer e dello scimmiottare chi crediamo “figo”». E’ intervenuto l’ex consigliere comunale di maggioranza con delega alla cultura Enrico Sora: «Il mio, il tuo, il nostro obiettivo era chiaro e guardava al futuro. Tutto ciò che c’è ora guarda solo al presente, all’immediato riscontro che si sbriciola in mille pezzi il giorno dopo. Oramai, ed è palese, si fanno eventi solo per lo share (“eravamo tantissssimiiiii”) e non per valorizzare e far conoscere il territorio, i suoi odori, i suoi sapori e gli angoli più remoti e magici che trasudano la vera storia del nostro borgo».
Non condivide pienamente Simone Travaglini, autore del murale “L’uomo vitruviano”: «Il giusto equilibrio è spesso la soluzione, ma necessita elasticitá. Mi dispiace per chi non é riuscito a pieno nel proprio intento mettendoci passione come mi dispiace per chi si sente accusato e offeso da queste parole benché ci metta tanto impegno. L’amarezza del rancore e l’abuso d’orgoglio, che sia da una parte o dall’altra non troverà mai un incontro se non affievolisce».