Bancarotta, assolti tutti i Bianchetti (marchio Siviglia): «Una liberazione, ora investiremo»

Bancarotta, assolti tutti i Bianchetti (marchio Siviglia): «Una liberazione, ora investiremo»
Bancarotta, assolti tutti i Bianchetti (marchio Siviglia): «Una liberazione, ora investiremo»
di Luigi Benelli
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Venerdì 11 Novembre 2022, 04:30 - Ultimo aggiornamento: 15:55

MAROTTA -  La famiglia Bianchetti di Marotta, titolare dei marchi d’abbigliamento Siviglia, assolta dall’accusa di bancarotta distrattiva e preferenziale dopo il fallimento della loro società One Way. Secondo l’accusa Sauro Bianchetti, Graziella Castelli e i figli Michelangelo e Cesare Bianchetti avrebbero svuotato la società One Way vendendola senza alcun corrispettivo alla Spazio 11 srl, con proprietari gli stessi Bianchetti, azzerando la cassa della società One Way, poi fallita il 1 aprile del 2014. 


La ricostruzione


L’ammontare della presunta distrazione si aggirava sui 160mila euro, dovuti al mancato pagamento di 4.751 capi d’abbigliamento della One Way prelevati dal magazzino senza pagare il valore della merce pari a 163.251 euro.

Inoltre come amministratori della One Way in liquidazione, avevano stipulato un contratto d’affitto di ramo d’azienda con la Spazio 11 srl per un corrispettivo di 8.500 euro mensili, mai pagato. La One Way avrebbe anche rinunciato allo sfruttamento dei contratti di licenza d’uso dei marchi Siviglia, Bianchetti, Atelier Siviglia e altri, di proprietà della famiglia Bianchetti, concedendoli alla Spazio 11 della stessa famiglia, la quale poi li girava alla società Gilmar divisione industriale spa. E ancora, la procura accusa la famiglia di aver lasciato debiti con vari creditori della One Way preoccupandosi di pagare, in maniera preferenziale violando dunque la par condicio creditizia, 11 banche per un totale di 4 milioni e 786mila euro, pagamenti avvenuti tra la prima richiesta di concordato risalente a fine 2013 e la seconda richiesta del luglio 2015, entrambe rigettate. Ieri il pm ha chiesto 4 anni e 6 mesi per ciascun componente della famiglia. La parte civile, ovvero la curatela del fallimento One Way, aveva chiesto ben 5 milioni di risarcimento. Ma il collegio ha assolto la famiglia dalla bancarotta fraudolenta distrattiva perché il fatto non sussiste e da quella preferenziale perché il fatto non costituisce reato.


I propositi imprenditoriali


Sauro Bianchetti si dice «molto soddisfatto. E’ stata una cosa lunga che si è risolta nel modo giusto, siamo molto contenti di questo risultato perché abbiamo sempre lavorato nel modo corretto. Pensare che non pagavamo i fornitori non è da noi. E’ una grande liberazione dopo tutto quanto si è detto. E’ il giusto epilogo, non abbiamo mai avuto dubbi perché abbiamo sempre operato come dovevamo. Oggi abbiamo il nostro marchio in licenza con un altro gruppo. Non abbiamo mai avuto una flessione nel mercato italiano ed estero. Ora investiremo ancora di più dopo questa sentenza, perché ci riabilita e ci fa riprendere tutta la credibilità».


Soddisfatti gli avvocati Paolo Biancofiore che difendeva Cesare e Michelangelo bianchetti e l’avvocato Umberto Bianco, legale di Sauro e della signora Castelli.

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