Maxi crac, quattro anni all’imprenditore anconetano Lanari. La tesi della Procura: «Fondi distratti e falsi rendiconti»

Maxi crac, quattro anni all’imprenditore anconetano Lanari. La tesi della Procura: «Fondi distratti e falsi rendiconti»
Maxi crac, quattro anni all’imprenditore anconetano Lanari. La tesi della Procura: «Fondi distratti e falsi rendiconti»
di Federica Serfilippi
3 Minuti di Lettura
Giovedì 21 Dicembre 2023, 03:45 - Ultimo aggiornamento: 15:28

ANCONA Maxi crac e cantieri lasciati a metà: 4 anni all’imprenditore edile Pietro Lanari. Il patteggiamento è stato varato dal gup del tribunale di Ancona Sonia Piermartini e fa riferimento alla bancarotta di 4 società per cui Lanari rivestiva il ruolo di amministratore o socio accomandatario. Si tratta di: Immobiliare Elle, La Città Ideale (poi Komaros), Immobiliare Zeus e La Fortezza. Società, quasi tutte, che avevano beneficiato delle linee di credito aperte con Banca Marche.

L’altro procedimento

Il patteggiamento è arrivato in continuazione con una sentenza di condanna emessa nel novembre del 2022 dal tribunale di Macerata e legata a un altro fallimento, quello della società Kiro Kiro srl.

Con la pena stabilita a 4 anni, il costruttore anconetano potrà chiedere benefici come l'affidamento in prova per evitare di finire in carcere. Il crac Lanari tocca inevitabilmente quello di Banca Marche. Il Gruppo dell’imprenditore ha rappresentato infatti la maggiore esposizione dell’istituto di credito. Ma anche il principale rischio. Basti pensare che alla data del 31 dicembre 2012 i rapporti ammontavano a quasi 200 milioni. Per la bancarotta della banca sono stati condannati in sei in primo grado.

Nel procedimento che si è chiuso ieri Lanari doveva rispondere di bancarotta fraudolenta per le società fallite tra il 2015 e il 2016. Nel caso della Immobiliare Elle, era accusato di aver distratto somme per 6,5 milioni, falsificando anche scritture contabili per - sosteneva la procura - coprire le perdite accumulate. Per quanto riguarda la Città Ideale, società che avrebbe dovuto portare alla trasformazione dell’ex Santa Cristiana di Numana, la procura contestava a Lanari di aver distratto circa 12 milioni. Nota a margine: nel 2012 nei confronti della Città Ideale l’esposizione di Banca Marche era di 44 milioni di euro, con un accantonamento di soli 2 milioni.

Capitolo Immobiliare Zeus: qui l’accusa diceva che l’imprenditore aveva «distratto risorse senza ragioni», trasferendole verso altre società da lui gestite, creando così una «confusione patrimoniale» tale da rendere «le scritture contabili inattendibili». Per La Fortezza la procura ipotizzava una distrazione da 29 milioni attraverso due operazioni di acquisto di terreni edificabili: sarebbero stati versati 45 milioni rispetto al loro reale valore, stimato in 16 milioni. Lanari è stato difeso dall’avvocato Filippo Cocco.

© RIPRODUZIONE RISERVATA