Fano, svuotavano le società e intascavano milioni: 9 indagati nel tessile di lusso. Ecco come facevano

La Guardia di Finanza di Fano
La Guardia di Finanza di Fano
di Osvaldo Scatassi
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Venerdì 25 Novembre 2022, 03:15 - Ultimo aggiornamento: 26 Novembre, 07:46

FANO - Nove persone sono state denunciate all’autorità giudiziaria per una serie di reati fiscali e fallimentari. Sono accusate di avere svuotato società ormai decotte, il settore è il tessile di lusso, per un importo complessivo pari a circa 4 milioni di euro. Nei confronti di un sessantenne è stata disposta una misura cautelare personale, il divieto di dimora nel Comune di residenza (si trova nell’entroterra fanese), appena eseguito dai finanzieri in servizio alla compagnia locale. 


L’operazione


È culminata in questo intervento una fase dell’operazione denominata Helpfull, che ha inoltre portato al recupero di circa 47mila euro attingendo a quote di beni immobili e saldi attivi sui conti correnti.

Secondo le Fiamme Gialle la somma posta sotto sequestro preventivo equivale alle contribuzioni non versate. Il 60enne che è stato allontanato dal Comune di residenza, per evitare che continui a vivere dove hanno sede attività sotto indagine, è considerato il dominus della situazione, quindi il cervello del gruppo, composto inoltre da suoi familiari e anche da stretti collaboratori. Una nota diffusa dal comando provinciale delle Fiamme Gialle ha riepilogato i principali contenuti dell’indagine. Coordinati dalla Procura della Repubblica nel Tribunale di Pesaro, i finanzieri della compagnia fanese comandata dal capitano Francesco Rizzo hanno dunque indagato su numerose società e persone fisiche operanti nel settore del tessile di lusso, per verificarne l’eventuale coinvolgimento in un sistema congegnato per svuotare il patrimonio di società decotte, quindi di fatto inattive e ormai sull’orlo del fallimento.

Una modalità operativa attuata, secondo gli inquirenti, in maniera reiterata e sistematica. Esemplificando ciò che è stato accertato dai finanzieri in servizio a Fano: alla società decotta ne subentrava un’altra, nuova sulla carta, dal punto di vista formale, ma nulla sarebbe cambiato sotto il profilo sostanziale. Tutto come prima, insomma. Stesse le persone, stessa l’attività e stessi i clienti. Il ricambio avrebbe invece riguardato i rappresentanti legali, legati al cosiddetto dominus da rapporti di parentela oppure di collaborazione e considerati dagli inquirenti come meri prestanome. Al gruppo di nove persone, tutte segnalate all’autorità giudiziaria, sono state contestate più condotte di bancarotta fraudolenta, a danno dei creditori e dell’Erario. Al termine dell’indagine i finanzieri hanno dunque ritenuto che sia stato depauperato patrimonio sociale: sarebbero stati distratti o dissipati ben 4 milioni di euro. 


I sigilli


Il sequestro per equivalente di conti correnti e beni immobili, per un totale di 47mila euro, attiene a un’indagine collegata, avviata sul presupposto di inadempienza alle obbligazioni tributarie e previdenziali. La nota diffusa dal comando provinciale ricorda che le Fiamme Gialle sono «una forza di polizia economico-finanziaria» e il loro compito è di tutelare sia l’Erario sia la collettività «da condotte spregiudicate che sottraggono ricchezza al tessuto imprenditoriale operante nel rispetto delle leggi e che drenano risorse pubbliche destinate al benessere dei cittadini». 

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