Pesta il mister avversario durante la partita del figlio 12enne, chiede i lavori socialmente utili. Il giudice: prima il risarcimento

I carabinieri hanno condotto le indagini
I carabinieri hanno condotto le indagini
di Luigi Benelli
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Giovedì 13 Luglio 2023, 03:35 - Ultimo aggiornamento: 10:55

GABICCE - Allenatore pestato dal papà di un giocatore, verso i lavori socialmente utili. Ma serve un risarcimento.  Il fatto risale all’aprile del 2022 in occasione dell’incontro di calcio di categoria Esordienti Under 14 “Nuova Accademia Calcio di Terni/Polisportiva GDC Ponte di Nona”, valevole per il Torneo Regins Pasqua Football Cup, disputatosi presso il Campo Sportivo di Gabicce Mare. Protagonista fu il papà di un 12enne romano, sulla 30ina, che ha fatto irruzione sul campo scavalcando la recinzione dopo un contrasto di gioco in cui era coinvolto il figlio. 


Secondo le testimonianze il tecnico aveva sostituito il bambino che si era rivolto in maniera non consona all’allenatore avversario.

Ma la cosa non è stata gradita dal padre che è passato dagli insulti ai fatti. L’uomo, dopo aver raggiunto il coach avversario, Francesco Latini, di 33 anni, di professione impiegato, che aveva ripreso i bambini invitandoli alla calma, lo ha colpito con un pugno in faccia, e una volta a terra, è tornato a colpirlo con un calcio alla schiena, provocandogli una lesione ad un rene. L’allenatore è finito in ospedale a Cesena con una prognosi di 30 giorni. 


A seguito dell’intervento di un Agente della Polizia di Stato che, libero dal servizio era sul posto e degli approfondimenti effettuati dal personale dell’Arma Carabinieri, sono stati ricostruiti i fatti ed è stato identificato l’autore dell’aggressione. L’uomo è finito a processo per lesioni gravi. Ed è pronto ad estinguere il reato con lavori di pubblica utilità. Ieri il giudice però non ha dato il via libera a causa dell’opposizione della parte lesa e del pubblico ministero. L’udienza è stata rinviata ad ottobre per definire l’aspetto compensativo riparativo e risarcitorio del danno. L’allenatore si è costituito parte civile con l’avvocatessa Gianna Galliccia.


Nei confronti dell’uomo il Questore di Pesaro e Urbino aveva emesso il divieto di accedere agli impianti ove si svolgono incontri di calcio (Daspo) per la durata di due anni. Doveva essere una coppa che sanciva il ritorno alla socialità vera, al calcio giocato contro coetanei di tutta Italia con tante gente sugli spalti. Lo spettacolo è stato macchiato indelebilmente. 

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