Fano, quattromila adesioni contro
l'ospedale unico a Fosso Sejore

La manifestazione popolare e trasversale del 2012 contro la localizzazione a Fosso Sejore dell'ospedale unico
La manifestazione popolare e trasversale del 2012 contro la localizzazione a Fosso Sejore dell'ospedale unico
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Martedì 8 Marzo 2016, 16:16 - Ultimo aggiornamento: 9 Marzo, 13:19
FANO - Un boato nella rete: “No a Fosso Sejore”. In soli tre giorni il gruppo costituito con questo nome su Facebook ha raggiunto 4.000 adesioni. L'iniziativa è di Paolo Lippe, un medico che vive e lavora a Fano, il quale sulla spinta delle ultime notizie sull'ospedale unico di Pesaro e Fano ha voluto lanciare un grido di protesta costruttiva attraverso il social network.

“Ho deciso di aprire questo gruppo - afferma Paolo Lippe nel post d'avvio scritto sabato scorso - come estremo tentativo di far ragionare i nostri amministratori e politici, a seguito della notizia di ieri che il presidente della Regione Marche avrebbe deciso che il nuovo ospedale verrà costruito nel luogo meno adatto, più pericoloso, più costoso e meno raggiungibile tra quelli ipotizzati e di cui non nomino il nome”. 

In realtà il toponimo è nella denominazione del gruppo, appunto "Ospedale Marche Nord a Chiaruccia - No Fosso Sejore". Paolo Lippe è un medico oncologo dell'ospedale Santa Croce ma tiene a sottolineare che la sua è un'iniziativa assunta come libero cittadino.

Il numero e la rapidità delle adesioni al gruppo, dimostrano che il medico ha dato il la a un'opposizione diffusa che cova nell'opinione pubblica fanese da anni, almeno da quando nel 2012, su iniziativa del coordinamento "La salute di riguarda", fu promossa una massiccia, colorata e trasversale protesta popolare proprio a Fosso Sejore contro questa localizzazione dell'ospedale unico che fu decisa nel gennaio di quell'anno dalla vecchia giunta Spacca e avallata in precedenza dal consenso solamente di 11 sindaci su 59 della provincia.

Lippe in un altro post segnala le ragioni del dissenso: fragilità geologica di Fosso Sejore, "collegamenti stradali inesistenti (d'estate la statale 16 è impraticabile, un'ambulanza dovrebbe fare la gimcana fra le auto dei villeggianti col rischio di cozzare con le decine di auto che fanno inversione di marcia)", distanza dai confini Sud e Ovest della provincia di Pesaro Urbino, area piccola, terreni privati da espropriare.

D'altro canto, il medico indica i vantaggi dell'ubicazione dell'ospedale unico a Chiaruccia, sostenuta dall'amministrazione comunale di Fano: sito attaccato all'uscita di autostrada e superstrada Fano-Grosseto, equidistante dalle zone di confine della provincia, area pubblica e molto ampia così da consentire futuri ampliamenti dell'ospedale.

La forza e il contenuto di questa protesta online hanno suscitato il ringraziamento e il plauso del sindaco Massimo Seri, che ha telefonato al fondatore del gruppo per assicurargli il suo sostegno e per annunciare la promozione di prossime iniziative per rilanciare l'opzione di Chiaruccia contro quella di Fosso Sejore e per consultare i cittadini e gli operatori sanitari.

Il sindaco di Fano, infatti, non ha gradito le modalità con cui la giunta regionale ha approvato la delibera 141 del 22 febbraio scorso, per il contenuto e perché è stata tenuta riservata finché il Movimento 5 Stelle non l'ha resa nota dopo una richiesta di accesso agli atti.

Il presidente della Regione Ceriscioli, anche attraverso i suoi luogotenenti del Pd sul territorio, ha cercato subito di attenuare l'effetto della notizia, affermando che la scelta del sito deve essere ancora fatta e sarà condivisa con i sindaci di tutta la provincia, riuniti nella conferenza dell'Area vasta. Tuttavia la delibera non si presta a equivoci, in particolare con lo schema di accordo per il trasferimento dall'azienda Marche Nord alla Regione delle fasi di acquisizione dell'area, progettazione e appalto dell'opera.

Oltre alla conferma del sito di Fosso Sejore, la distanza tra l'annuncio da parte del presidente della Regione del ricorso al mutuo e la pedissequa reiterazione nell'atto dell'opzione del partenariato pubblico privato e tra la promessa verbale di una nuova struttura sanitaria dotata di eccellenze e la sottolineatura nel documento della mera copertura del bisogno di cura e assistenza al livello minimo di Area vasta, ha alimentato con il dissenso politico anche il malumore dei cittadini.

In particolare, il movimento 5 Stelle ha già chiesto in un colpo solo, per il silenzio sull'atto e la sua contraddittorietà rispetto agli impegni espressi anche nella seduta monografica del Consiglio comunale di Fano dello scorso 18 gennaio, le dimissioni sia del sindaco Seri che del presidente della Regione.

Il no al sito di Fosso Sejore costituisce il minimo comune denominatore di una protesta capace di coagulare anche l'opposizione di quanti sono tout court contro l'ospedale unico, come appunto i pentastellati. Nel merito della riorganizzazione dei servizi, Paolo Lippe ha precisato nel gruppo che la Regione ha deciso di realizzare l'ospedale unico e di fronte al depotenziamento del Santa Croce, nella logica dell'integrazione, l'obiettivo è quello di indirizzare il dibattito verso la migliore soluzione possibile.
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