Firme per la chiesa di Candelara:«L’antica pieve rischia il collasso ma niente fondi per il restauro»

Firme per la chiesa di Candelara:«L’antica pieve rischia il collasso ma niente fondi per il restauro»
Firme per la chiesa di Candelara:«L’antica pieve rischia il collasso ma niente fondi per il restauro»
di Milena Bonaparte
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Sabato 26 Agosto 2023, 04:15 - Ultimo aggiornamento: 27 Agosto, 08:12

PESARO Rischia di collassare la chiesa di Santo Stefano, i lavori di consolidamento sono bloccati, l‘Arcidiocesi non ha i fondi per pagare la messa in sicurezza, servono interventi urgenti se si vuole salvare questo prezioso gioiello che risale al 1209. Sono gli allarmanti tratti distintivi della fotografia che accompagna la raccolta di firme lanciata dal comitato “Pesaro città d’arte e cultura” e da EveryOne Group.


Richiesta rinnovata

Un rinnovato appello alle istituzioni, dopo i solleciti che hanno fatto seguito al terremoto del 9 novembre, le cui forti scosse diedero la mazzata finale alla precarietà della Pieve di Candelara che, dal giorno stesso del sisma, ha chiuso alle funzioni religiose e alle visite turistiche. Niente messa di Natale, nessun rito pasquale e si è sempre in trepidante attesa della partenza del cantiere. Istanza ancora più attuale, quella di ieri dei comitati, alla luce della tragedia sfiorata a Cabernardi per il crollo della chiesa nel paese della storica miniera di zolfo a Sassoferrato.Lo scenario sulle colline pesaresi è altrettanto preoccupante. 
«L’interno della pieve sta subendo un rapido degrado - descrive la situazione Roberto Malini a nome dei gruppi di cittadinanza attiva -, con crepe, fratture, detriti, calcinacci, polvere e umidità che mettono a rischio anche le preziose opere d’arte custodite al suo interno, ci sono quadri e dipinti murali. Nonostante le rimostranze post terremoto a Governo, ministero dei Beni culturali, ministero dell’Interno, Fondo per gli edifici di culto e Vaticano, il restauro architettonico è ancora in una sorta di limbo. La pieve da nove mesi è inagibile, così come alcune stanze della canonica. Sono stati riscontrati danni nella struttura portante, il timpano della parete lato est si è spostato di tre centimetri, vistose ovunque le lesioni sui muri, le infiltrazioni di umidità, i distacchi di intonaco». 
La raccolta di firme per chiedere il restauro della chiesa è rivolta in particolare alla Sovrintendenza e all’Arcidiocesi.

E le maggiori preoccupazioni sono quelle dei fedeli di Candelara e del loro parroco don Giampiero Cernuschi, costretto a dire messa a Santa Maria dell’Arzilla o in una palazzina di servizio affacciata sul sagrato. «Dopo i danni e l’allarme post sisma pareva si potesse realizzare una collaborazione tra Regione, Comune e Arcidiocesi - sottolinea Malini -. Inizialmente la Chiesa locale aveva lasciato intendere la volontà di assumersi gli oneri del restauro, nonostante fosse stata ribadita la consapevolezza che la sfida finanziaria abbisognasse di contributi esterni. Tuttavia la promessa non è stata onorata. Oggi Santo Stefano è a rischio di collassare, a meno che non si intervenga in tempi brevi. Lo scenario mette in luce la necessità di un impegno condiviso tra la Chiesa e lo Stato per valorizzare questo patrimonio culturale». Una volta ultimata, la raccolta di firme sarà trasmessa all’Arcidiocesi, alla Soprintendenza, al Governo e al Vaticano per un intervento unitario e corale. 

Il gioiello

«La pieve è un gioiello storico-religioso che incarna la tradizione e la spiritualità della nostra provincia - fa notare Malini -. Nata su un tempio cristiano del VI-VII secolo, l’architettura rappresenta un tesoro inestimabile che merita di essere preservato e valorizzato. Un bene destinato a mantenere il suo valore nel tempo a patto che sia trattato con le cure che merita. La responsabilità è nelle mani delle istituzioni preposte alla sua conservazione».

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