Pieve, lavori un anno dopo il sisma: «Finalmente, riapriremo a Pasqua». Il parroco di Candelara chiederà un prestito

Serviranno circa 30mila euro per completare l’intervento di messa in sicurezza

Pieve, lavori un anno dopo il sisma: «Finalmente, riapriremo a Pasqua». Il parroco di Candelara chiederà un prestito
Pieve, lavori un anno dopo il sisma: «Finalmente, riapriremo a Pasqua». Il parroco di Candelara chiederà un prestito
di Miléna Bonaparte
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Venerdì 10 Novembre 2023, 02:20 - Ultimo aggiornamento: 11 Novembre, 07:25
PESARO «La nostra chiesa è un unicum, stile gotico a croce greca, ripeto un unicum, non possiamo più aspettare, i fedeli protestano, hanno fatto una raccolta di firme, basta tergiversare, chiediamo un prestito in banca per la messa in sicurezza, gli interventi tampone che ci permettono di riaprire a Pasqua, con una mano sul cuore affinché arrivino i soldi del piano d’emergenza della Protezione civile per completare la ristrutturazione». 


Il silenzio surreale


Sembra un luogo solitario da tempi remoti, la Pieve di Candelara sulla collinetta abbagliata dal sole che picchia fuori stagione, a un anno esatto dalle scosse del 9 novembre scorso che l’hanno gravemente lesionata e chiusa alle attività religiose, culturali e turistiche. Un silenzio surreale, per un luogo di culto abituato a 30.000 visitatori all’anno, rotto da chi ha passato a combattere questi ultimi 12 mesi tra sopralluoghi, progetti, richieste di fondi, sante messe in trasferta, delusione sui volti dei turisti e delle coppie che volevano sposarsi tra le antiche mura. 

Il sacerdote


Il sacerdote don Giampiero Cernuschi, dopo aver temporeggiato a lungo, si è deciso per una risoluzione netta: «Non si potevano più aspettare i contributi nazionali, dovevamo rimboccarci le maniche e dare fondo alle nostre risorse - scandisce le parole quasi fossero preghiere -. E così il consiglio economico della parrocchia ha stabilito di cominciare i lavori, si tratta di attuare il progetto di messa in sicurezza preliminare con l’obiettivo di riaprire la pieve per le festività di Pasqua 2024. Servono 30 mila euro e vanno trovati. Un’opera provvisoria in vista dell’intervento strutturale complessivo e definitivo che si potrà realizzare solo con il finanziamento statale di 120 mila euro, richiesto per la calamità naturale. Ci sono molte probabilità di essere in graduatoria, attendiamo l‘iter della Protezione civile nazionale per avere una risposta sul piano di recupero, elaborato dall’ingegner Franco Fulvi e dall’architetto Maurizio Giannotti, tecnici di buona volontà che hanno speso energie soprattutto per amore della chiesa».

Le risorse


Le risorse iniziali di 30 mila euro per la messa in sicurezza basilare arriveranno dal prestito di un istituto di credito e da un tesoretto messo da parte dalla parrocchia. «La nostra è una piccola comunità di 1.400 anime e non è facile trovare sponsor, contributi e aiuti.

D’altra parte all’Arcidiocesi mancano le risorse specifiche perché in questi casi non si può utilizzare l’8 per mille, ma deve intervenire lo Stato in quanto si è riconosciuta la calamità naturale». L’operazione prevede il montaggio di una serie di tiranti per bloccare la parete est della pieve che si è spostata di circa 10 centimetri. Lavori provvisori, giusto per avere tutte le carte in regola e riaprire domenica 31 marzo.


«Sarebbe stato un sogno dire messa a Natale - afferma don Cernuschi -, ma non ce la facciamo assolutamente, il progetto definitivo va trasmesso alla Soprintendenza per tutti i controlli legati al vincolo storico e archeologico, poi la parrocchia indirà la gara d’appalto e cominceranno i lavori, non semplici. Interveniamo con le nostre forze e nel frattempo speriamo di avere la conferma di rientrare nella graduatoria della Protezione civile nazionale». 


La singolarità


Don Cernuschi ricorda più volte la singolarità della pieve di Santo Stefano: «Non è una chiesa come le altre. Si tratta di un unicum gotico a croce greca che ha un valore incommensurabile. Una storia che risale al Nono secolo, nel medioevo, sulle basi di un tempio cristiano del VI-VII secolo. Tratti distintivi che la rendono una rarità anche per i 30.000 turisti e visitatori che arrivano ogni anno a Candelara solo per ammirarla». 

 

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