FANO La messa in scena e la tentata truffa. Ma gli anziani sono più furbi e i tre finiscono a processo. E’ la storia di tre napoletani di 52, 27 e 34 anni finiti alla sbarra per truffa in concorso aggravata. Avevano chiamato un fanese di 81 anni fingendosi avvocati e dicendo che il figlio non aveva mai pagato il bollo dell’auto e che per tale motivo era in stato d’arresto. Per liberarlo servivano 5 mila euro altrimenti sarebbe rimasto in carcere fino al processo. L’anziano si è spaventato ma ha confessato di non avere quei soldi. Così il finto legale ha detto che avrebbero accettato anche degli ori che avrebbero poi convertito in moneta. In quell’istante la moglie dell’anziano, turbata dalla telefonata, ha detto al marito che si trattava di una truffa e che doveva chiudere. Ma i sedicenti avvocati hanno giocato l’asso nella manica. «Guardi, mi passi sua moglie perché sono coi carabinieri e hanno sentito tutto e sono pronti a denunciarla».
La negoziazione
A quel punto i due anziani hanno iniziato a negoziare e concordato il ritiro dei preziosi in oro per il giorno successivo. La prima cosa che hanno fatto però è stata chiamare il figlio che ha detto di essere regolarmente al lavoro. Capito il raggiro, hanno chiamato i carabinieri, questa volta quelli veri, e hanno imbastito la trappola. La loro auto, già nota e legata ad altre truffe, è stata intercettata da una pattuglia. E dal controllo erano emersi i loro precedenti legati ai raggiri nei confronti di anziani. Erano partiti da Napoli per ritirare l’oro, se ne sono andati con una denuncia. Difesi agli avvocati Stefano Vichi e Andrea Marcelli sono stati condannati a 4 mesi il 27enne e 34enne a 6 mesi il 52enne.