FANO «Questi scavi sono da proseguire in tutte l’estensione dell’area disponibile». Lo ha detto il sottosegretario al Ministero della Cultura Vittorio Sgarbi, visitando nella giornata di ieri il luogo di via Vitruvio dove sono venute alla luce nuove testimonianze romane.
Lo stupore
«Non credevo, pur avendo la percezione che si fosse trovato qualcosa di importante – ha proseguito Sgarbi – che il risultato delle ricerche fosse così promettente. Senza alcun dubbio, ritengo sia necessario estendere gli scavi in tutta l’area a disposizione e pensare a una loro fruibilità al pubblico. Per questo la forma migliore da attuare è una collaborazione tra il Ministero della Cultura, il Comune di Fano e i privati, in modo da disporre delle risorse necessarie per finanziare l’impresa».
Ormai i 45.000 euro messi a disposizione dal Ministero stanno per esaurirsi, tanto che la Soprintendenza ha in animo di completare questa prima fase per la fine di agosto, ma questo non significa che si tratti di un arresto definitivo.
C’è ancora tutta la montagnola di terra da scavare su cui è stata piantata la gru che sarebbe servita per la ristrutturazione del fabbricato e questa potrebbe rivelare non poche sorprese.
«Ci sono architetti – ha detto Sgarbi – in grado di ideare le più avveniristiche soluzioni. E’ una grande occasione per la cultura e per il turismo a Fano: presentare al pubblico un edificio romano di pregio, costituisce un polo di attrazione importante». Nel frattempo gli archeologi, seguiti dalla funzionaria della Soprintendenza Ilaria Venanzoni hanno scoperto nuovi ambienti in cui si protrae la pavimentazione in marmo, in parte depredata in epoca tardo antica o medioevale e interrotta da grosse buche circolari, probabilmente luoghi di interramento di grossi doli per le derrate alimentari o fosse per il deposito di rifiuti.
Le tappe
In un ambiente in parte riportato alla luce sono stati trovati anche due scheletri di epoca medioevale. Sgarbi poi ha continuato la sua visita alle antichità fanesi, facendosi accompagnare al teatro romano, al teatro della Fortuna, dove ha voluto salire anche alla sala Verdi e scendere nelle stanzette dei mosaici e agli scavi di Sant’Agostino, recentemente resi più fruibili alla città.