Ancona, le associazioni culturali all’attacco della Bertini: «L’assessora è assente». Il 23 febbraio presenteranno a Silvetti il programma 2024: chiedono risorse e spazi

«Nel 2023 contributi pubblici per un milione. Dal Comune arrivarono 350mila euro»

Ancona, le associazioni culturali all’attacco della Bertini: «L’assessora è assente». Il 23 febbraio presenteranno a Silvetti il programma 2024: chiedono risorse e spazi
Ancona, le associazioni culturali all’attacco della Bertini: «L’assessora è assente». Il 23 febbraio presenteranno a Silvetti il programma 2024: chiedono risorse e spazi
di Maria Cristina Benedetti
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Martedì 6 Febbraio 2024, 02:15 - Ultimo aggiornamento: 12:54

ANCONA - Fuori tempo massimo, la cultura dorica chiede voce e spazi vitali. Il sole, riflesso nelle acque del Mandracchio, illumina e scalda una delle sale del Museo Omero. È lì che il coordinamento degli operatori di Ancona presenta il conto e il calendario delle iniziative 2024. Da febbraio a dicembre è tutto un palinsesto d'appuntamenti, trama consolidata della Dorica. Oltre la politica, niente bandiere, il loro vuol essere un tutti per uno.

«Il soggetto preposto ad accoglierci è inadempiente», scandisce Anna Caramia di Sineglossa che, con il suo “Cibernetica e fantasia, poesia e intelligenza artificiale”, è stata costretta a emigrare a Recanati. «Qui non c’era un luogo disponibile - rimette insieme i tasselli - ma comunque è stato un successo».

La conversione in polemica di quell’esodo forzato è pura amarezza: la titolare del dicastero, Anna Maria Bertini, non apre loro le porte.

I margini

Il sussurro di ognuno si eleva a coro: «In bilancio non c'è nulla». Niente di fatto, neppure per il bando, mai digerito, che era stato promesso per metà dicembre e poi rimandato a gennaio. «Ormai - commentano sconsolati - non ci sono più i margini necessari per la selezione». Per dimostrare che non sono preconcetti ideologici, aggiungono la postilla che segue: «Con l'assessore al turismo Daniele Berardinelli lavoriamo bene». Un'idea rinvigorita dalla data impressa sul calendario da Daniele Silvetti: «La riunione con il sindaco, che ci ha già ricevuto due volte, è in programma per il 23 febbraio. Ci aspettiamo di ricevere indicazioni precise, con la possibilità di presentare subito le domande di provvidenze, e di ottenere una risposta entro marzo, per consentire agli organizzatori di programmare e non perdere finanziamenti ministeriali, regionali e privati». Guai a cancellare il Lazzabaretto e il cinema nel canalone del pentagono del Vanvitelli, perché fare cultura negli spazi dello svago, per loro, è valore aggiunto e segnale di apertura. «Una risposta a chi ci definisce radical-chic fissati con la Mole. Peraltro noi arriviamo ovunque, persino a Ponterosso», è perentoria la voce di Valerio Cuccaroni, presidente di Nie Wiem, che firma i festival Corto Dorico e Punta della Lingua, frammenti preziosi di quel caleidoscopio di eventi. È lui il capofila d'una formazione da 6.000 soci, che dà lavoro a 300 persone, tra professionisti, addetti stampa, tecnici, e alimenta l’indotto locale, ristoranti, alberghi, tipografie. Una messa in scena che coinvolge 50mila spettatori l’anno e, nel 2023, ha ricevuto contributi pubblici per un milione di euro, di cui solo una parte comunali. Ricorda, Cuccaroni: «Da Palazzo del Popolo arrivarono quasi 350mila». Un fuori onda fissa il paradosso: «Pensare che la stessa cifra verrà messa, per soli tre giorni, su UlisseFest, in programma a luglio». Trattiene il filo del ragionamento Simona Lisi, direttrice artistica di Cinematica: «La perdita dei finanziamenti sarebbe un grave danno per la cittadinanza e per il tessuto ricettivo, per professionisti e maestranze». Riallaccia l’ordito di concerti, spettacoli di teatro, di circo, di danza, letture poetiche, proiezioni cinematografiche, rassegne, conferenze. Da padrone di casa, Aldo Grassini, che è presidente del Museo Omero, rilancia: «I grandi eventi trascinano. Vi faccio i miei auguri. Sempre a disposizione».

Il cartello

È una difesa, della sua squadra, a distanza, quella di Silvetti. «Farò un atto di evidenza pubblica - precisa il sindaco - per conoscere le loro intenzioni. Arriverò a comporre un cartello unico e con una variazione di bilancio stanzierò le risorse. Farà fede il dato storico». Il tono s’increspa: «Perché lo scorso anno, quando in bilancio si era a zero, non si sono fatti sentire?». Guarda, passa e tuttavia rassicura: «Il Lazzabaretto si animerà, vedrete». La chiamano estate.

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