Femminicidio a Fano, dieci ore di vuoto nell'indagine sull'assassino di Anastasiia

Femminicidio a Fano, dieci ore di vuoto nell'indagine sull'assassino di Anastasiia. Nella foto Amrallah Mustafa Alashrj e Anastasiia Alsshrj
Femminicidio a Fano, dieci ore di vuoto nell'indagine sull'assassino di Anastasiia. Nella foto Amrallah Mustafa Alashrj e Anastasiia Alsshrj
di Lorenzo Furlani
4 Minuti di Lettura
Giovedì 17 Novembre 2022, 04:25 - Ultimo aggiornamento: 17:06

FANO - Ci sono 10 ore di vuoto nelle indagini sull’assassinio di Anastasiia Alashri, quelle trascorse domenica da quando il marito egiziano, accusato del delitto, ha terminato il lavoro di fattorino della pasticceria Cavazzoni, intorno a mezzogiorno, a quando è stato bloccato alla stazione ferroviaria di Bologna, in partenza verso una destinazione estera. Amrallah Mustafa Alashrj dove è andato in quelle ore? Chi ha incontrato? Qualcuno l’ha aiutato nell’organizzare la sua fuga?


Da verificare la premeditazione


Gli accertamenti in questa fase sono volti a chiarire tutti i movimenti dell’uomo.

Il sospetto da verificare è quello della premeditazione: il marito 42enne, che sin dall’Ucraina non aveva dato alla moglie il consenso alla separazione, aveva pianificato di uccidere la 23enne dopo che lei aveva abbandonato con il figlio di 2 anni la casa comune, avuta come profughi in fuga dalla guerra in uso gratuito in via Trieste 6?


Ciò che per ora è certo sono la freddezza e la lucidità dell’egiziano dopo l’omicidio, avvenuto secondo gli investigatori domenica mattina proprio in quell’abitazione del Lido dove l’ucraina si era recata per prendere i suoi vestiti, una settimana dopo essersi rifugiata con il bambino, in seguito all’ennesimo litigio con il coniuge, in casa del cuoco del ristorante in cui lavorava come cameriera. Dopo aver accoltellato a morte la donna (sono stati recuperati dai carabinieri un coltello da cucina e un taglierino che potrebbero essere stati usati nel delitto), l’uomo secondo l’accusa è tornato a consegnare agli esercizi pasticcini e torte, si è liberato in un campo di Belgatto del cadavere della moglie chiuso dentro una valigia, ha gettato lungo via Dal Fiume gli indumenti della donna con le due armi bianche e ha buttato sotto il cavalcaferrovia di Sassonia il suo telefonino. Ad avviso degli inquirenti, non un’azione confusa bensì un’operazione razionale per confondere le tracce.


Lasciato il furgone della pasticceria nella zona mare, alla stazione di Fano il presunto uxoricida ha preso il treno per Bologna, dove in tarda serata è stato intercettato dalla polizia ferroviaria allertata dai carabinieri. Con sé aveva quasi 4mila euro, una somma consistente che solitamente non si tiene in casa e che certamente non ha potuto prelevare in banca, chiusa la domenica, né al bancomat, che eroga disponibilità molto inferiori. Agli investigatori che l’hanno bloccato è apparso tranquillo, senza alcun particolare turbamento.


Lui non sapeva del nuovo amore


Oltre che di maltrattamenti, l’egiziano è accusato di omicidio volontario, ora senza aggravanti. La relazione sentimentale che la giovane vittima aveva allacciato con il cuoco non ha implicazioni nell’indagine penale perché Anastasiia non aveva detto al marito di quel suo rapporto né dove fosse andata a vivere. Quindi lui ha agito indipendentemente dal nuovo amore della donna. Sul fermo convalidato dall’autorità giudiziaria di Bologna, dalla procura felsinea si apprende che nell’interrogatorio Amrallah Mustafa Alashrj ha dichiarato di aver avuto un litigio domenica con la moglie, sostenendo che lei lo avrebbe aggredito, ma ha aggiunto di non ricordare altro e non ha verbalizzato di averla ammazzata. Anche se è stato lui, dopo il fermo, a indicare ai carabinieri dove recuperare il cadavere e i vestiti con il coltello e il taglierino, trovati nelle prime ore della notte di lunedì. 


Oggi il fascicolo giudiziario sarà trasmesso alla procura della Repubblica di Pesaro. Il titolare dell’indagine è il sostituto procuratore Marino Cerioni, lo stesso che in base alle norme del codice rosso per le violenze di genere lunedì o al massimo martedì avrebbe dovuto convocare Anastasiia per acquisire direttamente da lei le informazioni sui maltrattamenti in famiglia che aveva denunciato tre giorni prima ai carabinieri di Fano. L’avvocata Laura Rampioni nella querela aveva chiesto per l’egiziano la misura cautelare del divieto di avvicinamento ritenendolo una persona pericolosa per Anastasiia. Ma il pm non ha avuto il tempo di gestire il fascicolo, ritrovandosi paradossalmente a indagare sull’omicidio della donna che avrebbe dovuto essere protetta.


Negli accertamenti mancano ancora le indagini scientifiche sul cadavere, il luogo e gli oggetti del delitto. Prima di eseguire l’autopsia si attende l’arrivo a Fano, previsto per la fine settimana, della mamma e della sorella della vittima, che dovranno essere informate del cosiddetto accertamento irripetibile perché possano nominare un proprio consulente.

© RIPRODUZIONE RISERVATA