Esposto contro l'ospedale a Muraglia, l'ex vicesindaco Mosconi: «Grave rischio idrogeologico, fermate l'iter»

Esposto contro l'ospedale a Muraglia, l'ex vicesindaco Mosconi: «Grave rischio idrogeologico, fermate l'iter»
Esposto contro l'ospedale a Muraglia, l'ex vicesindaco Mosconi: «Grave rischio idrogeologico, fermate l'iter»
di Lorenzo Furlani
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Lunedì 11 Marzo 2024, 07:57 - Ultimo aggiornamento: 12 Marzo, 15:16

PESARO Paventa un danno plurimo: erariale, ambientale e sanitario. Ha presentato un esposto a tutte le istituzioni potenzialmente interessate, a partire dalla magistratura penale e contabile. L’ex presidente dell’Usl 3 ed ex vicesindaco di Pesaro Mauro Mosconi si è rivolto anche a Ursula von der Leyen, presidente della commissione europea, e a Roberta Metsola, presidente del Parlamento europeo, per la competenza sui fondi Ue.

 

Politico socialista di lungo corso, con alle spalle 4 elezioni nel consiglio comunale di Pesaro a partire dagli ‘80, a 76 anni Mosconi ha deciso di combattere una battaglia della vita contro il nuovo ospedale di Muraglia, i cui lavori dovrebbero iniziare entro l’anno, secondo l’impegno della Regione, laddove pulsa una città della salute, che nel frattempo dovrà essere sgomberata da gran parte dei servizi ospedalieri e sanitari con uno straordinario sforzo logistico e finanziario mentre alcune cruciali prestazioni (come i ricoveri di oncologia e ematologia) conviveranno con il cantiere dell’opera per almeno tre anni. 

«Lo faccio per i miei nipoti»

«Quella di Muraglia è manifestamente un’area inadeguata per il nuovo ospedale - protesta Mosconi -, franosa e al limite di zone esondabili anche a rischio molto elevato per il torrente Genica. Ho presentato una denuncia querela e non mi fermo. Non lo faccio per me, perché io l’opera finita non lo vedrò, ma per i miei nipoti, che hanno diritto ad avere un ospedale sicuro».

Le criticità di tale ubicazione l’ex vicesindaco le ha segnalate ai Ministeri della salute e dei lavori pubblici, alla Prefettura di Pesaro Urbino, alla Protezione civile di Ancona, alla Corte dei Conti delle Marche e alle istituzioni europee di Strasburgo e Bruxelles (per quanto i fondi usati siano prevalentemente di fonti statale e regionale), spedendo con un corriere espresso un faldone di 250 pagine comprensivo di una serie di relazioni e documenti allegati all’esposto. Il corposo dossier lo ha consegnato a mano alla procura della Repubblica presso il Tribunale di Pesaro (il timbro sulla copia è del 10 gennaio 2024) perché fosse inviato per competenza territoriale alla procura della Repubblica di Ancona.

«Condotte contrarie alla legge»

Mauro Mosconi chiede alle autorità interpellate di intervenire contro «condotte - si legge nell’atto - che ritengo contrarie alla legge, al bene comunale, all’ambiente, specificamente per l’individuazione del sito e la costruzione della nuova struttura ospedaliera della città di Pesaro, al fine di evitare un ulteriore disastro ambientale». In particolare, viene contestata l’opera del gruppo di lavoro paritetico (formato da Franco Arceci, Mauro Moretti, Maurizio Severini per il Comune e Mario Becchetti, Nardo Goffi, Filippo Masera per la Regione) che ha optato per Muraglia nel confronto con il sito di Case Bruciate.

Mosconi se la prende nell’esposto con il sindaco Matteo Ricci, che ha esercitato una «fortissima pressione» per Muraglia annunciando prima della formazione della commissione tecnica che avrebbe contrastato qualsiasi scelta diversa e il Comune non avrebbe rilasciato i permessi di costruire. «Un ricatto istituzionale» sintetizza l’ex vicesindaco.

La carenza dei profili tecnici

Nel gruppo di lavoro mancavano un geologo, un ingegnere idraulico e un architetto paesaggista, competenze necessarie proprio per la tipologia del sito di Muraglia evidenzia Mosconi. Otto sono i rilievi critici mossi all’analisi svolta, il vulnus principale, nel capitolo “Sostenibilità ambientale e urbanistica” della relazione finale, è l’assenza delle problematiche idrogeologiche, che nello studio del 2014 dell’azienda Marche Nord per l’ospedale unico costituivano il motivo ostativo alla scelta di Muraglia (criticità evidenziate anche nello studio comparativo della Provincia del 2011). 

«Falda acquifera affiorante»

Considerando che il «rischio idrogeologico è diventato un’assoluta priorità nazionale - evidenzia l’esposto - come è possibile omettere integralmente quanto già certificato per il sito di Muraglia, che è situato in un cul de sac, stretto tra una collina a monte di natura argillosa, impermeabile, dichiaratamente franosa e una zona a rischio esondazione di massimo livello R4 a valle? Non solo, la stessa area edificabile si trova sopra una falsa acquifera affiorante». 

Secondo Mosconi, un caso da manuale in relazione al quale le linee strategiche di mitigazione del rischio escludono la realizzazione di una struttura sensibile come un ospedale, che deve essere pienamente funzionale proprio durante le calamità.

Evidenze non riportate nella relazione tecnica probabilmente per la citazione della variante del 2019 al Prg, che prevede un insediamento ospedaliero ancora più massiccio e che è stata sottoposta a valutazione ambientale strategica e valutazione di incidenza, per le quali «sono stati impatti significativi sull’ambiente».

«La massiva impermeabilizzazione»

Nell’esposto si segnala che il rischio idrogeologico a Muraglia «aumenterà per la massiva impermeabilizzazione del suolo dovuta alla grande struttura ospedaliera e alle sue infrastrutture ma anche alla concomitante e prossima costruzione del casello autostradale di Pesaro Sud che verrà realizzato cancellando la prevista cassa di espansione del Genica nel suo ramo di Santa Veneranda, impattando anche su questo abitato».

Altri 105mila metri cubi

L’esposto mette in evidenza anche le criticità urbanistico ambientali. La variante al piano regolatore generale approvata nel luglio 2019 «ha previsto una smisurata crescita delle volumetrie insistenti sul delicato sito, passando dai circa 18mila metri quadrati presenti a 250mila e quindi con un aumento pari al 1.400% del costruito. Questo incremento, in virtù dell’esiguità dello spazio a disposizione a causa delle zone esondabili e della collina franosa, ha costretto di conseguenza a deliberare lo sviluppo consentito del volume fino all’altezza di 50 metri, inedita su tutta la vallata della città di Pesaro».

Ma questo non è l’unico problema. Il documento segnala le previsioni di edificazioni già presenti nel Prg in siti limitrofi: «Circa 50mila metri cubi corrispondenti da realizzare lungo il corso del torrente Genica su strada dei Colli, circa 25mila metri cubi su via Lombroso e altri 30mila circa su via Terzi, per un totale di 105mila metri cubi». L’esposto l'ex vicesindaco rileva che il professor Secchi aveva previsto il nuovo ospedale di Pesaro a Villa Fastiggi in un’area idrogeologicamente sicura, ampia, pianeggiante e servita dalle infrastrutture: questo sito non è stato neanche preso in considerazione.

La responsabilità

Infine, se a Muraglia avverrà un’esondazione con danno alla cosa pubblica e pericolo per i cittadini chi, domanda Mauro Mosconi, «tra Regione, Comune, tecnici e organi istituzionali superiori si prenderà la responsabilità» della costruzione dell’ospedale in una zona idrogeologicamente fragile?

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