Rifiuti, l'assessore Aguzzi tace sull'inceneritore. L'Ata non ha recepito l'ultima prescrizione della Regione

Rifiuti, l'assessore Aguzzi tace sull'inceneritore. L'Ata non ha recepito l'ultima prescrizione della Regione. Nella foto la manifestazione a Riceci di Petriano di domenica scorsa e, nel riquadro, Stefano Aguzzi
Rifiuti, l'assessore Aguzzi tace sull'inceneritore. L'Ata non ha recepito l'ultima prescrizione della Regione. Nella foto la manifestazione a Riceci di Petriano di domenica scorsa e, nel riquadro, Stefano Aguzzi
di Lorenzo Furlani
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Mercoledì 25 Ottobre 2023, 03:25 - Ultimo aggiornamento: 11:40

PESARO - L’unica indicazione, non nuova del tutto riguardo alla programmazione dei servizi di pubblica utilità, è stata quella dell’indirizzo verso un’unica Assemblea territoriale d’ambito regionale per i rifiuti, con un cambio della governance attualmente basata sulle 5 Ata provinciali, nel cui ambito territoriale comunque continuerebbe a essere gestita la raccolta dei rifiuti.

Per il resto nessuna notizia, in particolare riguardo alle implicazioni della discarica di Riceci, è stata comunicata ieri in consiglio regionale dall’assessore all’ambiente Stefano Aguzzi in risposta all’interrogazione presentata dal gruppo Pd sullo stato di avanzamento del nuovo piano regionale dei rifiuti. 

L’approvazione di luglio non basta

L’unica informazione inedita connessa alle pregresse vicende pesaresi è che dall’Assemblea territoriale di ambito di Pesaro Urbino non è ancora pervenuta agli uffici regionali l’approvazione definitiva del piano d’ambito dei rifiuti, che dà esecuzione alla pianificazione regionale scaduta nel 2021 e costituisce la base per la nuova programmazione.

Quel piano in realtà era stato approvato dall’assemblea dei sindaci il 28 luglio scorso nella versione rivista dopo il braccio di ferro con la Regione (con la minaccia da parte dell’Ata pesarese di ricorrere al Tar per la bocciatura della prima versione) a causa del mancato rispetto, particolarmente nelle discariche gestite da Marche Multiservizi, del doppio limite posto al conferimento dei rifiuti produttivi, ovvero il 50% dei rifiuti urbani smaltiti e la provenienza regionale.

Prescrizione non accolta

A completare l’informazione, a margine del consiglio, l’assessore regionale Aguzzi ha precisato che a metà settembre gli uffici regionali hanno risposto all’Ata di Pesaro Urbino con un sostanziale placet ma con una prescrizione formale, che non incide sulle scelte di merito compiute ma richiede un recepimento formale dall’assemblea dei sindaci, ancora non avvenuto.

Nell’ultima versione del piano non cambiano le quantità complessive programmate da Marche Multiservizi nella discarica di Tavullia, dal 2024 al 2026, ma i quantitativi da fuori ambito già previsti per i rifiuti produttivi sono stati sostituiti con i rifiuti urbani stimati in arrivo da Macerata per l’emergenza di quella provincia.

La richiesta ddegli industriali

Comunque, ieri Aguzzi non ha detto nulla riguardo alla richiesta di un termovalorizzatore avanzata con forza dagli industriali pesaresi in occasione della recente assemblea di Confindustria. Un soluzione rivendicata dopo la forte opposizione popolare e politica, che ha ottenuto anche l’egida della Chiesa locale, contro il progetto della maxi discarica di rifiuti produttivi di Riceci portato avanti da Marche Multiservizi con il partner di San Marino Ecoservizi, anche per corrispondere alle precedenti pressioni della stessa presidente provinciale degli industriali Alessandra Baronciani per risolvere il problema degli scarti delle imprese.

Il semplice accenno che questo possa essere il piano B richiesto dal sindaco di Pesaro ha già suscitato un coro di proteste, politiche e sociali, per il forte impatto sull’ambiente e la salute che un inceneritore avrebbe, non rientrante tra gli impianti ecosostenibili anche perché produce grandi quantità di CO2, causa dei cambiamenti climatici, e non è compatibile con il recupero delle materie prime seconde.

Manca ancora la tariffa puntuale

Secondo gli oppositori in una provincia che ha un’alta raccolta differenziata, ulteriormente migliorabile con la tariffa puntuale, questa soluzione si risolverebbe in un’operazione di business, comportando il conferimento da fuori territorio dei rifiuti da bruciare necessari per rendere sostenibile l’investimento.

La protesta della consigliera Vitri

La consigliera interrogante Micaela Vitri non ha mancato di sottolineare con tono polemico le mancate risposte dell’assessore alle richieste di Confindustria e i tre anni di vuoto lasciati nella pianificazione regionale.

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