Cantiano, irrompe in casa dell'ex moglie
e picchia lei e il compagno con la spranga

Cantiano, irrompe in casa dell'ex moglie e picchia lei e il compagno con la spranga
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Lunedì 8 Luglio 2019, 15:44
CANTIANO - Irrompe in casa della ex moglie, stacca la luce, aggredisce lei ed il suo nuovo compagno pestandoli a sangue con una spranga: arrestato dai carabinieri un 45enne.

La coppia si era sposata nel 2005 e fin da subito l’uomo aveva mostrato la sua indole violenta. La donna aveva cercato di giustificarne il comportamento legandolo allo stato depressivo in cui era crollato a seguito di un grave infortunio. In realtà l’indole violenta aveva sempre caratterizzato l’uomo tanto da aver collezionato in gioventù diverse denunce e querele per aggressioni ed atti ostili. Dal rapporto erano nati due figli ma nemmeno la loro presenza aveva mai limitato l’uomo nel percuotere e denigrare la moglie.

Nel 2016 la donna, esausta, decide di separarsi. La reazione è violenta e l’uomo incorre nei primi provvedimenti giudiziari finché nel 2017 la donna scappa da casa per poi chiedere la separazione legale. Ma poi la collera lo ha portato nel cuore della notte ad entrare nel garage dell’abitazione dell’ex moglie, staccare la luce dell’abitazione, forzare la porta di ingresso con un cacciavite ed aggredire violentemente con un tondino di ferro la donna e il nuovo compagno. Anche in questo caso la presenza dei figli minori non ha impedito all’uomo di portare a termine la violenta aggressione che ha provocato nelle vittime ferite e lacerazioni guaribili in entrambi i casi in trenta giorni. Solo la disperata reazione dei due ha impedito che si consumasse la tragedia.

Chiamati i soccorsi, mentre i sanitari praticavano le prime cure ai malcapitati, i militari della stazione di Cantiano ricostruivano la vicenda districandosi tra mobili rotti e schizzi di sangue. Immediatamente iniziavano le ricerche dell’uomo che faceva perdere completamente le sue tracce.
I militari hanno raccolto la denuncia della donna la quale ha riepilogato anni di denigrazioni, umiliazioni e percosse, spesso taciute per timore di ulteriori conseguenze. I militari, dopo giorni di ricerche, hanno eseguito la misura e al termine delle formalità di rito hanno tradotto l’arrestato al carcere di Pesaro. 
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