ANCONA Quando si dice “dare i numeri”. Se di norma la matematica non è un’opinione, pare diventarlo nei conti che vengono fatti sul turismo nelle Marche. E la cosa più sorprendente è come sia la Regione a smentire se stessa, in un cortocircuito tra le due entità che si occupano del settore: il Dipartimento Turismo incardinato a Palazzo Raffaello e l’Atim, l’Agenzia istituita ad hoc con legge del 2021 e guidata dal direttore Marco Bruschini. Riavvolgiamo il nastro e torniamo al 4 febbraio 2024, quando nel proprio stand alla Bit di Milano le Marche hanno presentato i dati turistici del 2023. Dai commenti dei presenti - dal governatore Acquaroli allo stesso Bruschini, fino ad arrivare addirittura alla ministra al Turismo Santanchè - sembrava che la nostra regione avesse raggiunto i flussi delle Maldive.
La presentazione
Tanto che la dirigente del Dipartimento Paola Marchegiani, nell’introdurre le slides con i numeri della stagione 2023, ha tenuto a precisare come «i dati da noi raccolti siano caricati dalle singole strutture ricettive» e dunque si tratti di «dati autonomamente raccolti su cui noi non possiamo intervenire».
L'altra versione
Poi arriva il Programma operativo 2024 dell’Atim, varato solo lo scorso 19 febbraio - che l’anno parta il 1° gennaio forse è sfuggito al solitamente scrupoloso direttore Bruschini - in cui si racconta un’altra storia. «In una stagione turistica che non ha brillato su tutto il territorio nazionale - si legge nella prima pagina del documento - le Marche hanno perso l’1% in termini assoluti, segnando un +8% rispetto ai turisti stranieri, segno che l’attività dell’Atim ha cominciato a produrre gli effetti voluti». Ora, al netto dell’auto-promozione del direttore Bruschini, giudice e giuria del proprio operato, sono i conti a non tornare. Delle due l’una: o sono stati comunicati dati errati alla Bit, o sono sbagliati quelli messi nero su bianco dall’Atim nell’atto più importante della sua attività. E una svista in buona fede è il migliore degli scenari, perché chi volesse pensar male ne avrebbe ben donde. Ma siccome a pensar male si fa peccato, diciamo che si tratta di una sbadataggine. Cosa che non rende comunque l’episodio meno preoccupante. Chi ha comunicato dati sbagliati sui flussi turistici: il Dipartimento Turismo o l’Atim? Forse le due entità, che si occupano esattamente dello stesso settore, potrebbero almeno raccordarsi sulle cifre su cui poi vengono improntate le strategie e i programmi. Anche solo per evitare di far pensare che si stiano dando i numeri, appunto.