L'accordo d'oro tra Atim e Aeroitalia: 750 mila euro (dei marchigiani) per un logo sull'aereo e una pagina web

L'accordo d'oro tra Atim e Aeroitalia: 750 mila euro (dei marchigiani) per un logo sull'aereo e una pagina web
​L'accordo d'oro tra Atim e Aeroitalia: 750 mila euro (dei marchigiani) per un logo sull'aereo e una pagina web
di Martina Marinangeli
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Giovedì 22 Febbraio 2024, 02:25 - Ultimo aggiornamento: 23 Febbraio, 07:07

ANCONA - Quando bastano due righe a darsi la zappa sui piedi. A far sorgere più di una domanda non sono solo le singolari coincidenze sulle tempistiche del contratto di promozione tra l’Agenzia per il Turismo e l’Internazionalizzazione e Aeroitalia, firmato esattamente nello stesso giorno (il 31 luglio 2023) della scadenza dei termini del bando Enac per i voli di continuità territoriale vinto dalla compagnia.

Coincidenze astrali peraltro evidenziate anche dal Partito democratico martedì in Consiglio regionale. È proprio il contratto in sé che colpisce per la sua evanescenza.

Parliamo del famoso accordo da 750mila euro per “Servizi di marketing” tra Atim e Aeroitalia su cui si è scatenato l’inferno, con tanto di strascichi legali e decreto ingiuntivo esecutivo da 305mila euro contro l’Agenzia.

Il parallelo

Se la vicenda non fosse finita a stracci, il contratto sarebbe partito il 1° dicembre 2023 e rimasto in vigore fino al 30 novembre 2024. E per cosa Atim avrebbe sborsato soldi regionali per 750mila euro in un anno? Una «pagina sul sito web Aeroitalia dedicata a Let’s Marche i cui contenuti devono essere consegnati da Atim» e l’applicazione del «logo Let’s Marche” sulla fusoliera dell’Atr72/600 YR-ACA per 12 mesi».

Avete capito bene: per 750mila euro (più Iva o compresa, dipende dalle versioni dei due contendenti) la compagnia guidata dall’amministratore delegato Gaetano Intrieri avrebbe decorato con il simbolo della campagna Let's Marche uno dei velivoli utilizzati per i voli dal Sanzio verso Milano, Roma e Napoli e messo a disposizione di Atim una pagina (senza doversi preoccupare dei contenuti) del proprio sito internet. Una penuria di contenuti che il direttore generale di Atim Marco Bruschini aveva provato a giustificare nella conferenza del 5 gennaio al Sanzio, definendola «solo una base di partenza, poi avremmo dovuto dettagliare meglio il piano marketing».

Non si sa sulla base di quale supposizione dato che il contratto era stato ormai firmato e prevedeva quattro tranche di pagamento scandite nell’arco dell’anno. Per fare un semplice confronto, declinato sullo stesso piano: il contratto con il testimonial delle Marche Roberto Mancini rinnovato a giugno 2023 vale 600mila euro e ha una durata di 2 anni (biennio 2023/2025). Basta la matematica elementare per capire che il piano marketing di due righe con Aeroitalia avrebbe avuto un onere finanziario di più del doppio rispetto al contratto per l’acquisizione dei diritti di utilizzo dell’immagine dell’ex ct azzurro per la prosecuzione della campagna promozionale delle Marche.

In quest’ultimo caso, infatti, il costo annuale è di 300mila euro. Se la Regione non avesse tirato il freno a mano quando si è trovata davanti la prima fattura di Aeroitalia da 305mila euro il 1° ottobre, Atim avrebbe pagato 750mila euro in un anno quella che può essere definita una sorta di cambiale in bianco alla compagnia. Tanto è vero che il 23 ottobre, dopo le prime grane per la fattura insoluta, Bruschini prova a mettere una toppa inviando ad Aeroitalia una seconda proposta (da un milione di euro) con un Piano marketing più credibile.

La seconda versione

Oltre al logo di Let’s Marche sull’aereo usato sulle rotte da e per Ancona e alla pagina web dedicata alle località turistiche delle Marche sul sito di Aeroitalia, il contratto prevedeva che il logo fosse esposto anche «su giornali e cartellonistiche che Aeroitalia utilizzerà per promuovere le destinazioni da e per l’aeroporto di Ancona» e contemplava l’utilizzo sugli aerei di «poggiatesta con logo Aeroitala-Let’s Marche». Ma ormai era troppo tardi e Aeroitalia non ha neanche risposto. Insomma, un contratto nato male e finito peggio, con ampissime zone grige in termini di tempistiche e di costi.

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