Sfondano la porta dell’ufficio di Mangialardi (Pd) nel Palazzo della Regione Marche: «Atto intimidatorio». Sospetti sui chi siano i vandali

Il capogruppo dem: «Episodio inquietante, sia fatta chiarezza»

Sfondano la porta dell’ufficio di Mangialardi (Pd) nel Palazzo della Regione Marche: «Atto intimidatorio». Quali sospetti ci sono
Sfondano la porta dell’ufficio di Mangialardi (Pd) nel Palazzo della Regione Marche: «Atto intimidatorio». Quali sospetti ci sono
di Martina Marinangeli
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Sabato 7 Ottobre 2023, 03:40 - Ultimo aggiornamento: 8 Ottobre, 08:17

ANCONA Per dire che clima sereno si respira nei Palazzi della Regione. Non bastano gli stracci che stanno volando tra i partiti di maggioranza dopo il blitz della Lega per il rimpasto della giunta. Ora ci si mettono anche vandali ignoti - benché fondati sospetti circolino già tra i corridoi - a gettare benzina sul fuoco. Nel caos imperante da giorni, si è inserita ieri anche una scena da Far West. La porta dell’ufficio del capogruppo dem Maurizio Mangialardi a Palazzo delle Marche è stata sfondata «a calci e pugni», denuncia il diretto interessato.  


I contorni da definire


Il set è quello di Palazzo delle Marche, sede degli uffici dei consiglieri regionali. Nello specifico, il piano di quelli riservati ai partiti di opposizione, dove è dovuto intervenire anche il servizio di guardia per cercare di definire la dinamica dell’accaduto. In quel momento - siamo nelle prime ore del pomeriggio - né il capogruppo Mangialardi né altri consiglieri del Pd erano presenti. Ma «abbiamo i tornelli sia per il personale che per i visitatori - osserva il capogruppo del Pd - non dovrebbe essere difficile ricostruire l’elenco delle persone che al momento del fatto erano presenti nel palazzo». Mangialardi ha intanto denunciato il «grave atto intimidatorio» al direttore generale del Consiglio Antonio Russi e al presidente dell’assemblea legislativa Dino Latini «per tutti gli adempimenti del caso». 


La richiesta


Tra le chat dei partiti e non solo è partito il tam tam per cercare di tracciare l’identikit dell’aggressore di porte.

E benché il capogruppo dica che non sia ancora chiaro «se i protagonisti di questo atto vandalico provengano da fuori o siano interni al palazzo», l’ago della bilancia pende più sulla seconda ipotesi. «Si tratta di un episodio davvero inquietante. Non sono disposto a passarci sopra - sottolinea - mi aspetto che venga fatta luce sull’accaduto e che tutti i gruppi, così come la struttura dirigenziale, collaborino a questo obiettivo». Anche per «non avvelenare ulteriormente il clima politico che si respira in questi giorni a causa di certe manovre trasformiste in Consiglio». Il riferimento è al cambio di casacca di Luca Santarelli (Rinasci Marche) e Simona Lupini (ex M5S), passati, almeno a parole, nella squadra della Lega. Al momento, tuttavia, non avrebbero messo in piedi alcun atto formale per rendere il trasloco ufficiale in Consiglio regionale. Passaggio chiesto a più riprese proprio dal Pd.


I messaggi di sostegno


Nell’attesa che l’assurda vicenda assuma contorni più precisi, a Mangialardi sono arrivati messaggi di solidarietà dai colleghi consiglieri, a partire dal presidente Latini. «Non mancherò - fa sapere - di far disporre tutti gli accertamenti del caso per individuare i responsabili di questo increscioso episodio, che desta ulteriore preoccupazione considerato che si è verificato nell’ambito della sede istituzionale. Auspico di poter fornire quanto prima risposte per mettere in atto le conseguenti azioni da intraprendere». Tra i partiti, i primi ad esprimere solidarietà sono i consiglieri del gruppo della Lega, seguiti da quelli di FI. In un contesto surreale in generale, ci mancava solo il coup de théâtre vandalico.

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