ANCONA - «Al di là degli scarsi risultati che Mancini sta raccogliendo nella sua nuova avventura in Arabia Saudita, ci sono molte ragioni per valutare l’opportunità di dare continuità o meno alla sua collaborazione con la Regione Marche in qualità di testimonial del nostro territorio» interviene Maurizio Mangialardi, capogruppo regionale del Partito Democratico - Assemblea legislativa delle Marche dopo l'articolo pubblicato dal Corriere Adriatico che ha fotografato un tema oggettivamente caldo (leggi qui). «Io per primo ho presentato tempo fa un’interrogazione al presidente Acquaroli per chiedere se non ritenesse necessario interrompere quel contratto, peraltro molto oneroso per la Regione Marche, o quanto meno di rinegoziarne i termini economici che prevedono un compenso di 651 mila euro suddiviso in tre annualità (2023 - 2024 - 2025)». Il punto, infatti, non è se Mancini sia bravo o meno come allenatore (per lui parlano i risultati, partendo dal campione d'Europa vinto contro ogni pronostico) ma se l'attuale ct dell'Arabia sia ancora la figura giusta come testimonial delle Marche in Italia e del mondo.
Le motivazioni per un addio
«Quella richiesta, però, aveva due solide ragioni di fondo non attinenti alle prestazioni sul campo di Mancini, che resta un ottimo tecnico - rimarca Mangialardi - La prima: l’interruzione volontaria di Mancini del contratto in essere con la Nazionale Italiana di Calcio faceva venir meno le ragioni costitutive della collaborazione con la Regione Marche.