L'effetto, per restare in tema, è stupefacente. Vedere Roberto Mancini che con la tuta della nazionale di calcio italiana promuove le emozioni vere senza uso di droghe ha un effetto straniante. Non tanto, ovviamente, per il messaggio ma quando per il tempismo dello spot promosso dal Governo con un testimonial che per l'Italia non ricopre più alcuno ruolo.
Lo spot
Certo, Mancini resta sempre un personaggio internazionale, un ct vincente e il volto promozionale delle Marche, ma vederlo ancora con la divisa azzurra ha il potere di invecchiare irrimediabilmente quella pubblicità.
E poco importa che dal video originale sia stata almeno tolta la scritta: "Commissario tecnico della nazionale di calcio italiana". Diciamo che lo stesso spot potrebbe girarlo ora anche in Arabia Saudita, la sua nuova nazionale, ma con alcune postille: lì, dopo ora si sta ritrovando il gotha del calcio mondiale, il traffico di droga è punito con la stessa pena prevista per omicidio e stupro, ovvero la pena di morte tramite decapitazione. Mentre per il possesso a fini di consumo ci sono pene detentive e corporali.