La riserva dei monaci di Fiastra messa in salvo dal tarlo asiatico. Saranno abbattuti 90 alberi del parcheggio

L’area naturalistica dell’Abbadia non è a rischio grazie all’intervento rapido

La riserva dei monaci di Fiastra messa in salvo dal tarlo asiatico
La riserva dei monaci di Fiastra messa in salvo dal tarlo asiatico
di Lorenzo Sconocchini
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Lunedì 21 Agosto 2023, 01:25 - Ultimo aggiornamento: 16:16

TOLENTINO Il tarlo asiatico ha fatto parecchi danni, costringendo a decimare l’area verde del parcheggio abbattendo una novantina di alberi infettati. Ma almeno ora si sa che non è pericoloso per l’uomo e che, grazie al tempestivo intervento dalla Fondazione Giustiniani Bandini e degli esperti dell’agenzia regionale Amap, il parassita non minaccia la Riserva Naturale di 1825 ettari di terreni che circondano l’Abbadia di Chiaravalle di Fiastra.

 


Cruce et aratro


Lì sopravvivono tracce evidenti della secolare presenza e del lavoro dei monaci cistercensi, che nel tempo con le loro regole, “Ora et Labora” e “Cruce et aratro”, hanno conservato un prezioso scrigno naturalistico con l’apostolato religioso alla coltivazione della terra. Il patrimonio inestimabile di specie arboree che ha impreziosito questo territorio dell’entroterra maceratese è stato messo a rischio dalla presenza del coleottero cerembicide originario dell’Estremo Oriente, scoperta durante il monitoraggio sul territorio del Servizio Fitosanitario della Regione. Proprio nel parcheggio della riserva naturale dell’Abbadia di Fiastra, un’oasi dove si svolgono attività di ricerca scientifica ed educazione ambientale, era stata rilevata la presenza del parassita Anoplophora glabripennis Motschulsky, comunemente detto tarlo asiatico.

Che però non attacca tutti gli alberi: predilige aceri, ippocastani, olmi gelsi e platani, non incide su oliveti e querce. L’ultimo sopralluogo, svolto venerdì scorso, con i vertici di Amap e Fondazione Giustiniani Bandini, ha consentito di accertare anzitutto che l’insetto è completamente innocuo per l’uomo e che i danni, proprio grazie alla tempestiva azione di contrasto, dovrebbero limitarsi agli alberi che si trovano nel parcheggio. Le piante infette da abbattere sono quasi tutte quelle dell’area di sosta, alcune verso le mura, un platano all’inizio del viale e un acero nel parco. Oltre al taglio delle piante, l’area interessata sarà trattata con insetticida.


L’azione tempestiva


«La tempestività, l’attività preventiva e il monitoraggio effettuato in modo immediato e sinergico da Amap e Fondazione Giustiniani Bandini contribuiranno alla delimitazione del fenomeno che non ha nessun riscontro negativo sulle persone - spiega il direttore dell’Agenzia Marche Agricoltura Pesca, Andrea Bordoni -. Il Servizio Fitosanitario proseguirà i controlli anche sulle strade vicine al parcheggio e nei fossati, così da evitare ogni rischio». Saranno anche avviati corsi di formazione destinati al personale della Fondazione per aumentare la capillarità dei monitoraggi. Ed è stata già attivata la procedura di analisi genetica dell’insetto per comprendere di quale si tratti e da dove derivi, rispetto alle due popolazioni conosciute nelle Marche.
l. s.

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