La lista
Per la precisione il servizio Opere pubbliche ha presentato una lista di alberi da togliere di mezzo: sette essenze tutelate, 1 pino domestico (Pinus pinea), 1 tiglio (Tilia) e 5 lecci (Quercus ilex), e tredici non protette, 10 ligustri (Ligustrum), 1 pino nero (Pinus nigra) e 2 aceri negundi (Acer negundo). L’autorizzazione è stata rilasciata il 26 settembre e il motivo viene così spiegato dal Comune: «Non ci sono soluzioni tecniche alternative per ovviare all’abbattimento degli alberi elencati». Ma il taglio non sarà a costo zero. Per la cancellazione di 20 piante del patrimonio pubblico, il Comune dovrà mettere a dimora nell’area in questione, a titolo di compensazione, 27 alberi ad alto fusto, di cui almeno 14 protetti. «Queste nuove piante - fissa i paletti l’Aspes - dovranno avere le caratteristiche della specie prescelta, monopodiale, apice vegetativo ininterrotto, fusto integro e diritto, apparato radicale in zolla, un’altezza non inferiore a 250 cm e una circonferenza di almeno 12-14 cm.
Personale tecnico Aspes
Personale tecnico dell’Aspes ha eseguito un sopralluogo, constatando che «il pino è radicato su una scarpata naturale, è cresciuto con una forte sinuosità a partire dalla base del fusto e termina con una inclinazione adagiandosi sul fusto di un altro pino». Infine, sempre il 22 settembre, l’Aspes ha autorizzato l’eliminazione di 1 Pino domestico (Pinus pinea) tutelato in via Flaminia per la richiesta inoltrata da Marco Marchetti, proprietario dell’immobile dove l’albero è a dimora, in quanto ”arreca danni a manufatti che minacciano rovina”.
Dal sopralluogo dell’Aspes è emerso che «il pino è in buone condizioni vegetative, ma il sito appare inadeguato in quanto si tratta di una piccola aiuola a contatto del muretto di cinta e il tronco risulta adiacente alla recinzione con parziale inglobamento della stessa». Tre sentenze, tre verdetti senza appello per 22 esemplari del verde pubblico che potrebbero far discutere.
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