Sanità, ecco la stretta: «I contratti ai privati? Si passerà dalla gara»

Sanità, ecco la stretta: «I contratti ai privati? Si passerà dalla gara»
Sanità, ecco la stretta: «I contratti ai privati? Si passerà dalla gara»
di Martina Marinangeli
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Mercoledì 28 Giugno 2023, 04:10 - Ultimo aggiornamento: 29 Giugno, 07:35

ANCONA - Il governatore Francesco Acquaroli lo aveva annunciato lo scorso marzo in un post Facebook al vetriolo in cui replicava agli attacchi del Pd sul delicato tema del rapporto tra sanità pubblica e privata.


Il post


«La nostra riforma non darà più spazio ai privati, ma ci sarà una riqualificazione della committenza pubblica, un riequilibrio territoriale e soprattutto ci saranno - novità assoluta nella nostra Regione - le gare ad evidenza pubblica in attuazione del principio di concorrenza», aveva scritto. Detto fatto.

Lunedì la giunta regionale ha approvato una delibera con cui viene posto il primo tassello di un puzzle che rimette in discussione i contratti in essere con il privato, con gli accreditamenti che dovranno passare per gare pubbliche.

Un decisione che avrebbe già fatto scendere sul piede di guerra i principali rappresentanti della sanità privata nelle Marche. Ma procediamo con ordine. Con decreto del Ministro della Salute del 19 dicembre 2022 sono stati definiti i criteri, che le Regioni devono adottare per la «valutazione in termini di qualità, sicurezza ed appropriatezza delle attività erogate, per l’accreditamento e per gli accordi contrattuali con le strutture sanitarie». 


La normativa


Normativa alla base della delibera portata lunedì sul tavolo dell’ottavo piano di Palazzo Raffaello dall’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini. «I soggetti privati interessati agli accordi contrattuali - dettaglia il documento - devono essere individuati, mediante procedure trasparenti, eque e non discriminatorie, previa pubblicazione da parte delle Regioni di un avviso contenente criteri oggettivi di selezione, che valorizzino prioritariamente la qualità delle specifiche prestazioni sanitarie da erogare». Tradotto: è il committente a decidere qualità e tipologie dei servizi che il privato deve erogare, mentre finora non sempre è stato così. «La selezione di tali soggetti deve essere effettuata periodicamente, tenuto conto della programmazione sanitaria regionale». 


Gli incontri


Una mezza rivoluzione per una regione in cui i soggetti privati nella sanità pubblica sono ben radicati. Per spiegare le direttrici di questo nuovo corso, si sono tenuti due incontri tra Regione e privato, di cui l’ultimo il 21 giugno: presenti, oltre all’assessore Saltamartini, i rappresentanti di Aiop, Aris, del Comitato Enti Gestori, delle Asp, Federsolidarietà Confcooperative, Legacoop, Crea, Orme e Acop (sociosanitario). I maggiori rappresentanti del privato nelle Marche, insomma. «Nell’ambito di tali confronti, i rappresentanti delle associazioni interessate hanno avanzato vari spunti di riflessione, che verranno valutati in sede applicativa», si legge nella delibera. L’eufemismo del secolo: la decisione non sarebbe stata per niente ben digerita dal settore e il confronto «in sede applicativa» sarà da notte dei lunghi coltelli, c’è da scommetterci.

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