ANCONA - A due anni e mezzo dall’insediamento del nuovo Consiglio regionale, è il presidente Dino Latini a tracciare un primo bilancio dell’attività dell’organo legislativo delle Marche. Che è «positivo», almeno secondo l’ex sindaco di Osimo, ora al vertice dell’Assemblea. Non mancano però i problemi. E riguardano soprattutto l’anno corrente, il 2023.
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I lavori al palo
Nelle 17 sedute del Consiglio rendicontate fino al 23 giugno scorso, di proposte di legge approvate se ne contano appena sette.
Il recupero
«C’è da recuperare. Dobbiamo essere più veloci a licenziarle (le leggi, ndr)» conferma Biancani. «Bisogna guardare la qualità delle leggi» replica invece il presidente Latini a chi gli fa notare l’esiguo numero di provvedimenti approvati quest’anno. «Siamo nella media delle altre Regioni. L’Emilia Romagna ne ha finora approvate sei» spiega. Mal comune mezzo gaudio? Non proprio. «Mi rendo conto che la quantità è importante per dimostrare che i consiglieri si impegnano - continua Latini - ma se si fanno leggi, poche ma chiare, è un aspetto positivo». C’è infatti da dire che nell’arco di questi primi due anni e mezzo di legislatura, nessuna norma del Consiglio regionale è stata impugnata dal Governo centrale, finendo sui banchi della Corte Costituzionale. In ogni caso, la deriva presa dalla Regione preoccupa. «L’Assemblea legislativa deve fare le leggi, lo dice il nome stesso» attacca Biancani. «La Regione si occupa troppo di gestione e troppo poco di pianificazione» conclude.
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