Marche, caccia ai turisti fuori stagione. Gli operatori «Il boom d’agosto non basta, recuperiamo settembre»

Marche, caccia ai turisti fuori stagione
Marche, caccia ai turisti fuori stagione
di Véronique Angeletti
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Venerdì 1 Settembre 2023, 02:10 - Ultimo aggiornamento: 11:47
ANCONA Vecchi e nuovi competitor, bollette, rialzo dei tassi sui mutui ed inflazione hanno rovinato i pronostici d’inizio primavera. Nonostante i risultati soddisfacenti di agosto, la stagione rimane sottotono. Nelle Marche non ci sono statistiche ufficiali, ma in tutta Italia si stima il calo di presenze tra il 25 e il 30%. Barra dritta su settembre e, meteo permettendo, occhi puntati sull’estate prolungata oltre quella meteorologica, conclusa ieri. Per Luca Giustozzi, presidente di Federalberghi Marche Confcommercio, «pesa l’incremento del 12% degli italiani che, quest’anno, hanno scelto l’estero». Nonostante le Marche restino la meta preferita da un turismo interno, tuttavia, dalle ultime ricognizioni, il 2023 segna il ritorno dei turisti stranieri.  


I flussi dall’estero


«C’è un calo dei tedeschi - spiega Giustozzi -, ma ci sono più olandesi, svizzeri, austriaci e anche un buon numero di giapponesi e cinesi». In ogni caso, quel “sottotono” va contestualizzato. «Perché - riprende l’albergatore - va ricordato che la stagione è iniziata con l’alluvione in Emilia-Romagna, associata erroneamente dal turista italiano e straniero anche alle Marche. In più il meteo di giugno è stato pessimo e la durata dei pernottamenti è stata influenzata dall’innalzamento dei tassi di interesse sui mutui. Una decisione presa a metà giugno dalla Banca Europea per combattere l’inflazione come se fosse generata da un eccesso di liquidità, mentre proviene da un aumento dei costi, il che non ha giovato all’economia reale». 


Minore capacità di spesa


Un sentiment che l’Ufficio Studio di Confesercenti conferma. «I primi dati attestano un aumento tra il 10 e il 15 % di turisti in Tunisia, in Spagna e in Albania - conferma Sandro Assenti, il presidente di Confesercenti Marche - e l’italiano, quest’anno ha in banca 2mila euro in meno. Ecco le ragioni del calo di presenze e, peggio, della bassa redditività». 
Spiega che non solo ci sono stati meno turisti ma che, al saldo, la spesa a persona sarà inferiore a quelle degli altri anni. «I ristoratori si sono trovati spesso con tavole che dividevano gli antipasti o il secondo» continua Assenti.

Perché l’inflazione frena le spese ma fa anche aumentare i prezzi dell’ospitality. «Relativamente» secondo Massimiliano Polacco, direttore Confcommercio Marche. «Nei fatti - interviene - la stagione ha dimostrato che gli operatori hanno mantenuto le promesse. Nonostante i ritocchi dei prezzi, non hanno dato l’immagine di una regione esosa e cara, ma di un’ospitalità attenta al consumatore con servizi di qualità. Adesso - conclude - dobbiamo lavorare per prolungare la stagione e destagionalizzare le presenze». L’effetto caro Marche, pure per Moreno Bordoni, il segretario di Cna, non entra nell’algoritmo che ha portato ad una stagione sottotono. «Il caro carburante – osserva – ha pesato su tutte le tasche e sulle scelte. Come, più di tutto, l’innalzamento dei tassi sui mutui: l’alta probabilità che verranno ulteriormente ritoccati una seconda volta ha limitato la voglia di andare in vacanza». Nel suo contesto economico, la stagione, secondo lui, non è straordinaria come preannunciato ma è “normale” e si merita la sufficienza. 


Stagioni a confronto


«Confrontare questa stagione con quella dell’anno scorso - analizza Gilberto Gasparoni, il segretario di Confartigianato Marche - non è opportuno. Nel 2022, le oltre 11 milioni di presenze nella nostra regione dipendevano dal fatto che uscivamo dalla pandemia, si esitava ad oltrepassare i confini dell’Italia e il lockdown aveva generato la voglia di spendere di più per la vacanza. Inoltre i numeri della stagione sono influenzati da una partenza ritardata, a singhiozzo per colpa del clima, e va considerato che si è registrato un + 20% di turisti stranieri e una flessione nelle aree interne meno marcata. Infine - conclude - le Marche pagano lo scotto di non essere ben collegate con aeroporti importanti. Gap che dovrebbe a breve essere colmato, fiduciosi che le nuove destinazioni saranno accompagnate da una promozione turistica a favore delle Marche». 
 

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