L'ex governatore Gian Mario Spacca: «Io e Silvio Berlusconi, mai nemici»

L'ex governatore Gian Mario Spacca: «Io e Silvio Berlusconi, mai nemici»
L'ex governatore Gian Mario Spacca: «Io e Silvio Berlusconi, mai nemici»
di Lorenzo Sconocchini
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Martedì 13 Giugno 2023, 02:00 - Ultimo aggiornamento: 16:03

ANCONA - Le loro parabole di uomini politici e di Stato si sono incrociate a ripetizione, tra il 2005 e il 2015, l’uno presidente del Consiglio e l’altro governatore delle Marche. Ma il primo incontro di Gian Mario Spacca con Silvio Berlusconi risale al 1980 nella sede di Edilnord, la società di costruzioni fondata dal Cavaliere a soli 27 anni.

«Ero al mio primo impegno di lavoro alla Ariston - ricorda oggi Spacca - e facevo parte di uno staff salito a Milano per una trattativa di business. Dovevamo vendere i termosanitari per il complesso immobiliare Milanofiori, e trattare l’acquisto di spazi pubblicitari su Tele Lombardia. Ebbene ricordo come fosse oggi le capacità di leadership e seduzione con cui Berlusconi condusse la trattativa, concludendola in modo decisamente a suo favore. Ne rimasi impressionato». 

L’intrattenimento

Tre anni dopo, quando la Dc di Fabriano si trovò a organizzare un convegno nazionale sui diritti della famiglia, per affrontare i problemi delle nascite, bisognava animare le serate, con ospiti arrivati da tutta Italia. La città offriva ben poco e il budget era ridotto.
«Ricordo che con grande generosità Berlusconi spedì a Fabriano una decina di artisti, dai Pooh e Ezio Greggio, a Bobby Solo. Eravamo preoccupati per i compensi, ma non pagammo niente, probabilmente erano già sotto contratto con la Fininvest».
Un altro fotogramma, dell’aprile 2004, propone Spacca e Berlusconi sulla stessa scena, nello stabilimento realizzato da Merloni Elettrodomestici nella città russa di Lipetsk, 400 chilometri da Mosca, una mega fabbrica capace di produrre quasi un milione e mezzo di frigoriferi l’anno. C’erano anche Vittorio Merloni e Vladimir Putin. «Putin si era innamorato del nostro modello dei distretti industriali e chiese a Berlusconi di internazionalizzare i distretti industriali italiani. Tentammo di “esportare” il distretto della meccanica a Lipetsk, portando trenta imprenditori, quasi tutti della Vallesina e dell’area sud di Ancona, per verificare le condizioni offerte per una collaborazione tra una grande impresa e le piccole impresa della filiera. Berlusconi fu molto coraggioso ad accettare la sfida di Putin a internazionalizzare i distretti, spinse le regioni italiane in quella direzione».
Gian Mario Spacca, passato dalla Democrazia cristiana alla Margherita e poi al Pd, è stato eletto per due volte presidente della Regione Marche da una coalizione di centrosinistra (anche se poi nel 2015 tentò una terza candidatura con una coalizione centrista aperta a Forza Italia) dunque nel suo decennio da governatore regionale s’è trovato su un fronte opposto a Silvio Berlusconi.

Nel 2010, alla seconda candidatura, fece un accordo con l’Udc che contrariò molto il leader di Forza Italia. 

Fronti avversi

«Il fatto che il governo regionale fosse di una parte politica opposta a quello nazionale non lasciò traccia nei rapporti istituzionali. Trovammo sempre un accordo sulle questioni essenziali, penso soprattutto all’avanzamento dei progetti infrastrutturali. In quegli anni, diciamo tra il 2006 e il 2012, ci furono cinque miliardi di investimenti in infrastrutture stradali nelle Marche». E allora ecco un nuovo fotogramma, con il governatore Gian Mario Spacca seduto accanto a Berlusconi nel marzo 2009, per un’intesa aggiuntiva tra Palazzo Chigi e Regione Marche che integrava l’accordo di programma firmato nel 2009 per il progetto Quadrilatero. «Il progetto prevedeva non solo il raddoppio della 76, ma anche il rifacimento delle carreggiate - ricorda l’ex governatore -. Mancavano parecchi soldi, il Governo ci mise un miliardo, per la Quadrilatero e altre opere».

Le frizioni

Non sono mancati momenti di frizione, tra premier e governatore delle Marche, come quando - sempre nel 2009 - Berlusconi parlando della ricostruzione dopo il terremoto dell’Aquila dichiarò che bisognava cambiare modello, visto che nelle Marche, a 12 anni dal terremoto del ‘97, c’erano ancora sfollati nei container. Spacca dovette smentire l’inesattezza, piuttosto seccato, diffondendo un circostanziato dossier sulla ricostruzione nelle Marche. Adesso ci ride su. «Sì perché ci siamo chiariti, s’era trattato di un abbaglio. Venendo da Roma verso Ancona, per un’iniziativa politica, Berlusconi viede i container dei cantieri per il raddoppio della 76 e pensò, o qualcuno lo informò male, che erano per i terremotati. Facemmo subito pace grazie alla mediazione del sottosegretario Gianni Letta». Un altro malinteso li vide protagonisti il 30 ottobre 2011, agli stati generali del Commercio Estero, al Palaeur di Roma. Berlusconi lo scambio per Diego Della Valle, patron della Tod’s. «Per una mezz’ora buona, guardando me, mandava messaggi in codice all’imprenditore - ricorda ora Spacca -. Anche lì ci siamo chiariti, tutto risolto con una stretta di mano».

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