Più anziani e oberati di lavoro: nelle Marche medici di base sotto scacco

Più anziani e oberati di lavoro: nelle Marche medici di base sotto scacco
Più anziani e oberati di lavoro: nelle Marche medici di base sotto scacco
di Martina Marinangeli
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Martedì 27 Giugno 2023, 03:00 - Ultimo aggiornamento: 14:07

ANCONA - Sempre più anziani e oberati di lavoro. I medici di base sono sotto scacco ed il problema è noto e ben distribuito lungo tutto lo Stivale, Marche comprese. Secondo l’analisi elaborata dall’Agenas (l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali), nella nostra regione il 75,6% dei medici di medicina generale hanno più di 27 anni di anzianità di servizio (788 sui 1042 totali, con dato aggiornato alla fine del 2021), mentre appena nove si sono laureati con questa specializzazione negli ultimi anni. 


Il ricambio che non c’è


Non c’è ricambio, dunque, e la criticità è destinata ad acuirsi dal momento che nel 2022 sono andati in quiescenza in 59, nel 2023 saranno 77 i medici di famiglia che usciranno dal sistema per raggiunti limiti di età e nel 2024 si toccherà il numero record di 107.

Questa emorragia rischia di andare a colpire la fascia più debole, ovvero quella dei piccoli Comuni dell’entroterra dove è già in corso un depauperamento di servizi e ciò rappresenterebbe il colpo di grazia. I dati regionali aggiornati alla fine dello scorso anno parlavano di una carenza di 147 medici di base, di cui 31 nell’Ast 1 di Pesaro 50 nell’Ast 2 di Ancona, 27 nell’Ast 3 di Macerata, 29 nell’Ast 4 di Fermo e 10 nell’Ast 5 di Ascoli.

Per mettere una toppa alla voragine che si aprirà nella sanità territoriale a corto di medici di medicina generale, la Regione ha attivato per il 2023 110 nuove borse di studio proprio per questa specializzazione: un numero importante e mai visto prima nelle Marche, ma c’è l’incognita dell’adesione. E comunque non basteranno a colmare il vuoto. Per questa ragione, Palazzo Raffaello sta anche lavorando alla creazione di equipe da dislocare nelle zone dove le carenze sono più gravi per far fronte alle richieste. Un iter in fase di approvazione e che nei prossimi giorni dovrebbe concretizzarsi. Ma intanto, la falla resta e i medici di base ancora operativi vedono crescere il numero di pazienti in maniera esponenziale e molti devono alzare i massimali per non lasciare nessuno a piedi. Negli scorsi mesi, il dottor Massimo Magi, anche lui medico di famiglia e presidente della Fondazione NuSa Servizi, costola della Federazione Italiana Medici di Medicina Generale aveva lanciato un preoccupante allarme sulle pagine del nostro giornale: «Il 10% dei marchigiani rischia di restare senza medico di base. Parliamo di circa 150mila persone se non si corregge il tiro». Un’emergenza che si deve scongiurare ad ogni costo. 


Il contesto


In termini assoluti, la media nazionale è di 1.307 assistiti per ogni medico di medicina generale: dai 1.073 della Sicilia ai 1.545 della Provincia Autonoma di Bolzano. Le Marche si piazzano appena sopra la media nazionale con 1312 unità, in aumento sul trend degli anni precedenti. Tuttavia, in un report della Fondazione Gimbe dello scorso maggio si osserva come lo scenario sia molto più critico di quanto lascino trasparire i numeri. Infatti, con questo livello di saturazione vengono meno il principio della libera scelta e la distribuzione capillare dei medici di base in relazione alla densità abitativa. Di conseguenza, è spesso impossibile trovare disponibilità di un medico di famiglia vicino casa, problema che raddoppia nelle aree dove la desertificazione dei servizi è già in atto. E se ce ne fosse stato bisogno, a ricordarci l’importanza di poter contare sui medici di base ci ha pensato il biennio devastante del Covid.
 

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