ANCONA L’Istao batte cassa e Palazzo Raffaello apre i cordoni della borsa. Il contributo annuale della Regione quale quota associativa all’Istituto Adriano Olivetti per la gestione dell’economia e delle aziende passa infatti da 150mila euro a 400mila euro. Quasi il triplo. Un passaggio formalizzato con la delibera 1554 del 28 novembre, con la quale viene approvato il nuovo protocollo che regola i rapporti tra i due enti.
Lo Statuto
Lo Statuto dell’Istao stabilisce infatti che la qualifica di socio partecipante si acquisisca con la sottoscrizione di un Protocollo di impegno - di durata annuale o triennale - che preveda il versamento annuale di una quota sociale pari o superiore a 25mila euro.
Il documento
«La Regione, presa visione dello Statuto sociale e del Regolamento attuativo vigenti, contribuisce al finanziamento dell’istituto versando a favore dello stesso per l’anno 2022 una quota sociale annua di euro 400mila euro che dà diritto ad un rappresentante nel Consiglio di amministrazione - si legge nel protocollo -. La Regione designa come proprio rappresentante nel cda il presidente della Regione o un suo delegato». Tra le ragioni alla base della decisione di Palazzo Raffaello, il documento annovera «le attuali sinergie in atto tra le Università marchigiane e l’Istao per la realizzazione di azioni formative comuni, di qualità e innovative, volte alla preparazione di giovani che, una volta inseriti nel mercato del lavoro, possano apportare il know how acquisito per favorire e accompagnare la crescita competitiva delle imprese».
La polemica
Il ritocco al contributo verso l’Istao - reso possibile con una variazione di bilancio - era già finito nel mirino del Partito democratico, che in Consiglio regionale aveva protestato contro il compenso da 186mila euro al presidente dell’Istituto Mario Baldassarri (il suo predecessore Pietro Marcolini non ne percepiva), vedendo nell’aumento delle risorse un modo per coprire questa spesa. «Questi 250mila euro in più vi servono per pagare Baldassarri», aveva tuonato il consigliere dem Romano Carancini. Ora il ritocco è stato formalizzato nel nuovo protocollo.