A caccia di fondi pubblici, l'allarme della Corte dei Conti delle Marche: «Carte false per ottenerli. E il malaffare aumenta»

A caccia di fondi pubblici, l'allarme della Corte dei Conti: «Carte false per ottenerli. E il malaffare aumenta»
A caccia di fondi pubblici, l'allarme della Corte dei Conti: «Carte false per ottenerli. E il malaffare aumenta»
di Federica Serfilippi
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Venerdì 23 Febbraio 2024, 02:35 - Ultimo aggiornamento: 12:37

ANCONADall’azienda agricola dell’Ascolano condannata a pagare poco più di un milione di euro per aver distratto fondi pubblici ottenuti (con «una falsa rappresentazione della realtà») per la ristrutturazione di vigneti e per l’avvio di colture biologiche; alla contestazione (per circa 83mila euro) dell’illecita percezione di finanziamenti destinati al miglioramento del benessere animale da parte di una cooperativa dell’hinterland di Senigallia «che in realtà aveva ampiamente distratto le risorse ottenute a tale titolo, lasciando la mandria in condizioni di grave degrado».

Passando per un vigile del fuoco di Macerata condannato a pagare 15mila euro per aver lavorato, senza autorizzazione, in uno studio privato di ingegneria edile.

Solo alcune delle condotte illecite emerse nel corso della cerimonia dell’inaugurazione dell’anno giudiziario della Corte dei Conti, che si è tenuta ieri ad Ancona.

Il report

Dati alla mano, nel 2023 la procura ha depositato 42 citazioni a giudizio per un danno erariale complessivo da quasi 11 milioni e mezzo di euro. L’anno scorso sono state emesse 122 sentenze con richieste risarcitorie che superano di poco i 2 milioni. L’importo delle somme recuperate è di 536mila euro. Tra gli enti maggiormente danneggiati ci sono lo Stato centrale, i Comuni, le Province e le aziende ospedaliere. In quest’ultimo ambito c’è il caso della condanna (20mila euro) di una ex operatrice del Cup dell’allora Area Vasta 5 per danno di immagine essendosi appropriata, diceva l’accusa, delle somme derivate dal pagamento dei ticket.

Gli indebiti percettori

Dalla relazione della procuratrice regionale della Corte dei Conti Alessandra Pomponio sono emersi anche i numeri sulla indebita percezione del Reddito di cittadinanza della nostra regione: dal 2021 al 2023 sono state individuate 3.702 pratiche parzialmente o totalmente illecite, pari al 5,5% del totale, e per un importo di poco superiore ai 16 milioni di euro. Sono già stati recuperati 1,6 milioni corrispondenti a 467 percezioni non spettanti.

Ad essere finiti in maniera massiccia sotto la lente della procura sono stati i fondi ottenuti dai privati grazie ai finanziamenti pubblici, europei o statali. «La maggior parte del lavoro della procura - ha detto Pomponio - è stata rivolta alla tutela del corretto utilizzo delle ingenti risorse provenienti dall’Unione europea e dallo Stato per il cofinanziamento di programmi europei, particolarmente soggette al rischio di stimolare condotte corruttive, distrattive e appropriative di fondi pubblici, anche con riferimento a possibili infiltrazioni della criminalità organizzata, in ragione di una maggiore e generale vulnerabilità del sistema economico». In questo ambito, l’attività svolta dalla procura regionale si è incentrata «principalmente nel settore dell’agricoltura, dove le indagini svolte hanno fatto emergere diffuse condotte truffaldine e generalizzati sistemi di malaffare». Un fenomeno, ha detto Pomponio, «in crescita rispetto agli anni passati».

In alcuni casi le indagini hanno riguardato gli aiuti straordinari per produttori agricoli colpiti dal sisma. All’attenzione della procura anche i diritti aeroportuali riscossi e non versati all'Inps e all'Erario da parte di Aerdorica, società che un tempo gestiva l’aeroporto di Falconara. Gli accertamenti riguarderebbero il periodo antecedente al concordato, quando il Sanzio era guidato dal manager Marco Morriale.

Il reato

Dalla procuratrice una critica all’abolizione dell’abuso d’ufficio, «da sempre considerato un importante presidio della legalità nella sua connotazione di reato spia». Il rischio è che l’esenzione di responsabilità possa divergere, se non addirittura collidere «con gli impegni di maggiore tutela assunti in Europa dallo Stato italiano con riguardo, ad esempio, alle risorse del Pnrr ovvero possa finire per escludere la possibilità di sindacare, a causa della limitazione delle relative attività di indagine, proprio quei comportamenti che potrebbero celare interessi illeciti di organizzazioni criminali».

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